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Fossa Combratta, dal Consiglio comunale stop all’escavazione

Spattini (M5s): «Troppo il materiale da asportare per la messa in sicurezza». Non discussa la mozione di sfiducia contro il sindaco presentata da Lapucci (Fi)

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Stop all’escavazione a Fossa Combratta anche dal Consiglio comunale. Mercoledì 29 agosto è passato a maggioranza l’ordine del giorno che invita il sindaco e l’amministrazione a dare mandato agli uffici affinché venga rappresentata in ogni sede, e in particolare nella conferenza dei servizi (la riunione dedicata alla cava in questione è prevista per il 5 settembre), la posizione assunta dal Consiglio.

La cava di Fossa Combratta vista dal satellite

In occasione della conferenza dei servizi dello scorso 3 agosto l’Asl aveva decretato che per proseguire l’attività di estrazione per circa 1500 metri cubi (complessivi in tre anni), la cava sul fianco della Brugiana dovrebbe essere sottoposta a una messa in sicurezza che prevede l’asportazione di 58mila metri cubi di materiale. “Si tratta di 157 mila tonnellate di materiale – ha spiegato la consigliera Nives Spattini – una quantità sproporzionata a fronte di 1370 metri cubi autorizzati in 3 anni”. L’attività estrattiva nella cava 181 è stata autorizzata nel 2016 fino al 2019. “Oltre a rappresentare l’unica attività estrattiva su versante completamente boschivo, significherebbe più mezzi pesanti su strade di Bergiola e Bedizzano.”

Contraria l’opposizione, incluso il Partito Democratico che in commissione consiliare aveva lasciato aperto uno spiraglio: “Non per tattica politica – precisa il consigliere dem Cristiano Bottici – ma perché l’odg è composto di una visione futura del sito, che condividiamo, e di un dispositivo sul quale abbiamo delle perplessità, in quanto lede i diritti di un’azienda che ha una concessione. Contestando le misure previste per la messa in sicurezza si intende forse suggerire che l’Asl è collusa?”. Contrario anche Massimiliano Bernardi: “Volete chiudere quella cava, la vostra è un’interferenza all’interno di competenze che non appartengono al Consiglio comunale.” Una posizione simile a quella di Lorenzo Lapucci di Forza Italia, che vede “un conflitto tra il potere politico e le competenze degli uffici.” Giuseppina Andreazzoli fa notare che la conferenza dei servizi è rimasta aperta in attesa di ulteriori valutazioni. Andrea Vannucci si è mostrato preoccupato delle possibili conseguenze conseguenze: “Un’interferenza da parte del sindaco in conferenza dei servizi sarebbe un abuso di potere. I piani attuativi erano prioritari a questo discorso: perché non sono stati fatti?”.

La mozione per chiedere le dimissioni del sindaco e dell’assessore Andrea Raggi annunciata illo tempore da Lapucci non è stata discussa. La richiesta era dovuta all’esclusione del Comune di Carrara dalla graduatoria regionale per l’edilizia scolastica. Il presidente del consiglio Michele Palma si è così spiegato: “La mozione di sfiducia al sindaco dev’essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati e viene messa in discussione non prima di 10 giorni dalla sua presentazione; quella in questione ha una firma soltanto.” Rigettata l’interpretazione del consigliere Vannucci, per cui la proposta di Lapucci sarebbe servita solo a stimolare la discussione su un’eventuale mozione di sfiducia. La decisione ha scatenato una reazione animata in un gruppo di contestatari che ha deciso di lasciare l’aula. Il consigliere forzista aveva presentato un’interrogazione relativa alla Festa della birra, organizzata quest’anno da Imm, e al bilancio della partecipata: “Da più di un mese chiedo l’accesso agli atti per valutare il rischio d’impresa senza ottenere nulla,” ha spiegato.” Il sindaco ha replicato: “Il vicesindaco ci sta lavorando, la risposta manca perché è complessa.”

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