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Massa-Carrara in festa per la Repubblica

Onorificenze in piazza Aranci a cavalieri e ufficiali

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Monarchia o Repubblica? Alcuni dei presenti alle celebrazioni per la Festa della Repubblica in Piazza Aranci a Massa, ancora ricordano quel quesito di 72 anni fa. Attraverso un referendum, il primo che vide la partecipazione al voto da parte delle donne italiane, il 2 giugno del 1946 la popolazione fu chiamata a rispondere della propria volontà politica nei confronti del nuovo sistema di governo che doveva essere istituto. Tredici milioni di donne e dodici milioni di uomini parteciparono alle votazioni, quasi il 90% degli aventi diritto si presentò alle urne.

Momenti che hanno determinato la nostra storia e che sono stati ricordati anche a Massa, in piazza Aranci, alla presenza delle alte cariche politiche, militari e civili della Provincia di Massa Carrara. Una piazza Aranci gremita e vestita del miglior tricolore per la giornata di oggi, che ha visto il prefetto Enrico Ricci premiare con l’onoreficienza al merito della Repubblica Giuseppe Michele Marrani (ufficiale), Franco Piero Angeloni (cavaliere), Luigi Bernacca (cavaliere), Francesca Bianchi (cavaliere), Ivano Duri (cavaliere), Luigi Ferrari (cavaliere), Renato Musetti (cavaliere), Amerigo Toni (cavaliere), Enzo Manenti (cavaliere) e assegnare le medaglie d’onore a Mario Elefante e Emilio Micheli.

Presente alla cerimonia anche il presidente dell’associazione nazionale partigiani d’Italia, Olivero Bigini. È lui a commentare alla Voce Apuana i festeggiamenti in corso in tutta Italia: «perchè ancora oggi è una festa importante?» – dice Olivero Bigini – «Perché è il giorno in cui in Italia è nata la democrazia. Non possiamo dimenticare i sacrifici che sono stati fatti dagli uomini e dalle donne per ottenerla, se questi ricordi entreranno a far parte della coscienza dei giovani, allora questi valori resteranno anche in futuro». E sui recenti attacchi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente dell’Anpi provinciale afferma: «Più che un attacco è stato uno scivolone. Prima di fare politica, le persone dovrebbero studiarla».

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