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La guerra nel Pd: rigettato il ricorso di Vannucci

Il tribunale: "Procedimento farraginoso nella nomina del commissario, ma rispettate le norme dello statuto nazionale". Mazzeo: "Vannucci chieda scusa"

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Massa – Ricorso rigettato anche nel merito. È il responso arrivato dal Tribunale di Massa nella vicenda che vede il candidato sindaco di Carrara, Andrea Vannucci, contro il Partito Democratico regionale che aveva commissariato la segreteria comunale del Pd carrarese, sostituendola col commissario Gianni Anselmi, che affidò poi la candidatura a sindaco ad Andrea Zanetti.

Soddisfazione è stata espressa dal Pd regionale che in una nota ha messo in evidenza “la piena legittimità sia della decisione assunta dalla commissione di garanzia regionale sia del commissariamento operato nei confronti dell’unione comunale. Vannucci chieda dunque scusa a tutti gli elettori del Partito Democratico per aver creduto di poter giocare la campagna elettorale con le carte bollate e su accuse che si sono dimostrate infondate e inesistenti”.

“Oggi – ha detto Antonio Mazzeo, vicesegretario regionale del Pd – ancor di più, dunque, si conferma la bontà del percorso scelto dal Pd e che ha portato, attraverso il confronto con tutte le anime della città e le altre forze del centrosinistra, alla candidatura a sindaco di Andrea Zanetti. Un nome sul quale chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore Carrara di far convergere la propria scelta, non disperdendo voti a sostegno di altri candidati i cui comportamenti si sono dimostrati mossi solo da ambizioni personali e non certo dal bene collettivo”.

Nell’ordinanza si legge che “il provvedimento del primo gennaio 2017 con cui il segretario regionale della Toscana del Pd ha proceduto al commissariamento dell’Unione comunale di Carrara e alla nomina del commissario, benché redatto in maniera farraginosa, pare comunque aver sostanzialmente rispettato le norme procedurali previste dall’articolo 17 dello statuto nazionale” e “che la denunciata lesione del diritto soggettivo all’elettorato passivo del ricorrente Andrea Vannucci, a presentarsi quale candidato alla carica di sindaco non riveste alcun carattere di concretezza, posto che lo stesso ricorrente ha affermato di essere comunque candidato alla carica in questione, anche se privo del simbolo del partito, e dovendosi riservare alla fase di merito la tutela della sua posizione in ordine alla ricostruzione delle vicende che hanno condotto alla individuazione dei candidati. Non sussistono quindi i gravi motivi richiesti dall’articolo 23 codice civile per la sospensione della esecutività dei provvedimenti impugnati”.

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