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Sabato iniziano i saldi, ma i commercianti apuani storcono il naso

Confesercenti: «Come si può parlare di fine stagione il 7 luglio? I negozianti hanno acquistato a prezzo pieno e sono costretti già in avvio di estate a ribassare»

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Sabato prossimo parte la stagione dei saldi estivi. La data, il primo sabato di luglio, è stata decisa dalla Regione Toscana ma continua a far discutere i commercianti, considerandola poco appropriata per una “vendita di fine stagione”. A questo poi si aggiunge una moda che sta prendendo piede anche nella nostra provincia che vede alcune attività commerciali proporre addirittura i “pre-saldi”.

Confesercenti Toscana Nord area Carrara, con il suo presidente Nando Guadagni, spiega la necessità di cambiare. “Sia in occasione dei saldi estivi che per quelli invernali, la data è sicuramente sbagliata. Come si può parlare di fine stagione il 7 luglio? I commercianti hanno acquistato a prezzo pieno e sono costrette già in avvio di estate a ribassare. Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo oggi: le date per l’avvio dei saldi vanno riviste”. Poi la questione di coloro che addirittura anticipano la data. Ancora Guadagni: “I saldi partono già quando la stagione non è quasi iniziata, a questo può aggiungersi la beffa di chi decide di iniziare ancor prima della data stabilita con messaggi di dubbia chiarezza e con strumenti più o meno tradizionali. C’è chi usa i social, i messaggi sul cellulare, ma addirittura chi pubblicizza nel proprio negozio i così detti “pre-saldi”. I saldi iniziano il primo sabato di luglio e a questa regola devono attenersi tutti, piccole e grandi attività commerciali. Chiediamo quindi controlli attenti su chi non rispetta le regole. Il rischio, altrimenti, è quello di rendere quasi normale l’effettuazione dei cosiddetti “pre-saldi” colpendo i commercianti corretti con una concorrenza sleale e creando sempre più confusione nel consumatore”. Purtroppo il settore del commercio continua a pagare una crisi dal quale stenta ad uscire. Ecco quindi che i saldi sono considerati una boccata di ossigeno per gli imprenditori. Spiega il presidente. “Negli ultimi 8-10 anni la quota di spesa dedicata dalle famiglie all’abbigliamento e alle calzature si è ridotta quasi del 30%. Le vendite di fine stagione rappresentano circa il 35% del fatturato dell’anno e quindi riteniamo che ad esse debba essere ridato il loro originario significato. Averne di continuo anticipato l’inizio ha di fatto snaturato questo tipo di vendita speciale a danno delle piccole e medie imprese, con il consumatore in totale confusione sulle varie forme di vendite straordinarie. I saldi debbono tornare ad essere delle reali vendite di fine stagione – conclude Guadagni – posticipandone, quindi, l’attuale data di avvio. Inoltre, è necessario che si facciano rispettare le regole. Anche per questo ribadiamo la nostra contrarietà a ulteriori “liberalizzazioni” nel settore. Così come con la stessa logica si sono deregolamentati gli orari e le aperture domenicali e festive del commercio”. Confesercenti Toscana Nord ricorda infine che la vendita di fine stagione (saldo) non ha obbligo di comunicazione al Comune. I dati da esporre nei cartellini sono il prezzo originario, la percentuale di sconto e il prezzo finale di vendita.

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