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La burocrazia "costa" 100 milioni di euro all’anno alle imprese apuane

Pratiche online per una impresa su tre

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La burocrazia costa alle imprese apuane circa 100milioni di euro l’anno. 5mila euro ciascuna, 16 euro al giorno, 2 euro ogni ora. Per compiere tutti gli adempimenti richiesti dalla pubblica amministrazione, nel 41,3% delle imprese coinvolte si bruciano fino a tre giorni lavorativi al mese, nel 32,2% fino a cinque, nel 9,1% fino a dieci e nel 6,8% oltre dieci, mentre nel 10,7% s’impiega meno di una giornata lavorativa. Per quasi nove imprese su dieci (l’89,7%) la cattiva burocrazia costituisce un ostacolo serio alla competitività. E’ quanto ha rivelato una indagine del Centro Studi Cna analizzando il “carico” della burocrazia per le imprese apuo-lunigianesi. “Le norme sono complesse ed in molti casi la pubblica amministrazione è lenta nel dare risposte alla imprese nonostante gli sforzi apprezzabili di semplificazione introdotti in questi anni e la possibilità di eseguire alcune procedure online. – analizza Paolo Bedini, Presidente Cna Massa Carrara – Purtroppo la mancata riduzione della burocrazia assume una posizione di rilievo ogni qual volta si parla degli ostacoli alla crescita. Fare impresa qui significa innanzitutto fare i conti con una burocrazia spesso ostile ed obsoleta, che fa prevalere inutili formalismi rispetto alla necessità di cambiamenti sostanziali richiesti a gran voce da chi, quotidianamente, svolge la propria attività. Gli adempimenti richiesti non sono proporzionati rispetto alla dimensione delle imprese che, nel caso del nostro territorio, sono piccole se non piccolissime. E’ evidente che questo carico, per le pmi, sia ancora più pesante anche a livello economico. Dei piccoli passi avanti ci sono stati: penso al Durc online, alla Scia, per esempio. In media, un’impresa su tre (il 33,4%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche burocratiche online. Ma sono ancora troppo poche”.

Ma quali sono gli elementi che pesano di più? La complessità delle norme – spiega l’indagine di Cna – rimane di gran lunga il principale problema sofferto: il 67,8% delle imprese boccia la qualità legislativa italiana sia per la scarsa chiarezza sia per la stratificazione, nel tempo, di provvedimenti spesso motivati dall’urgenza. A livello settoriale sono le imprese edili (74,3%) e i fornitori di servizi alle imprese (71,4%) a patire maggiormente la complessità delle norme. Tra i problemi più acuti, a grande distanza, la quantità elevata di informazioni (43,8%) chieste dall’amministrazione pubblica e la lentezza della macchina burocratica (27,5%). Una valutazione disomogenea a livello territoriale: i ritardi della Pubblica amministrazione nel fornire risposte sono sentiti come grave problema nel Mezzogiorno (48,2% delle imprese) ben più che nelle regioni settentrionali (24%).

La lenta svolta digitale della pubblica amministrazione è giudicata in maniera positiva da quasi un’impresa su tre (29,5%) più di quante esprimono un parere negativo (22,4%), con una fetta di poco inferiore alla metà degli intervistati che non percepisce cambiamenti evidenti. Ormai un’impresa su tre (33,4%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche burocratiche online, contro il 28,7% di tre anni fa. Il 95% usa abitualmente i siti della Pubblica amministrazione. Ma l’83,7% ritiene che le informazioni siano accessibili solo dopo una lunga ricerca (con il 5,7% che lamenta l’assoluta irreperibilità delle notizie utili). Il 62,2% delle imprese non ritiene adeguato il livello di informatizzazione del settore pubblico. Una maggiore e migliore informatizzazione porterebbe a risposte più chiare e tempestive da parte del 41% delle imprese, a una riduzione dei costi per il 34% e a una maggiore certezza nei tempo di conclusione dei procedimenti amministrativi per il 25%.

Le macchine, però, non possono risolvere tutti i problemi. Non a caso svetta la maggiore qualificazione del personale pubblico (61,3%), seguita dall’adozione di modulistica standard sull’intero territorio nazionale (49,2%), dalla facilità di ottenere informazioni sullo stato di avanzamento delle procedure già avviate (34,7%) e dalla possibilità di pagare online tutti gli oneri connessi a servizi e/o adempimenti chiesti dall’amministrazione pubblica alle imprese (22,5%). “Le imprese – conclude Paolo Ciotti, Direttore Cna Massa Carrara – chiedono una pubblica amministrazione efficiente, qualificata, armonizzata, semplice e veloce, un partner e non un ostacolo nello svolgimento dell’attività. Fino ad oggi, infatti, difformità dei tempi, delle procedure, delle piattaforme informatiche e della modulistica, anche all’interno della stessa Regione, hanno soffocato gli effetti delle riforme che si sono succedute nel tempo. Ecco perché è necessario continuare ad informatizzare gli enti locali attraverso siti più accessibili, potenziare le pratiche online, standarizzare la modulistica, qualificare il personale ed applicare le sanzioni previste per il personale delle PA in caso di inadempimento degli obblighi connessi alle pratiche amministrative. Siamo ancora, purtroppo, molto indietro. Sulla strada buona, ma ancora tremendamente in ritardo”.

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