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Foibe, Benedetti contro l’Anpi: «Basta giustificazionismi, stop ai finanziamenti»

Il presidente del Consiglio comunale torna sulla polemica del giorno del ricordo e aggiunge: «Intitoliamo un luogo della città a Norma Cossetto». La risposta del consigliere Barotti

«Dopo i gravi fatti accaduti in questi giorni su tutto il territorio nazionale con atti vandalici compiuti contro monumenti dedicati ai Martiri delle Foibe, per ultimo, quello a danno delle targhe di marmo posizionate all’interno dell’ex campo profughi di Marina di Carrara, credo sia venuto il momento di condividere una intitolazione a Norma Cossetto, vittima innocente della furia dei partigiani titini e italiani. Potrebbe essere un ponte o una piazza, l’importante che si avvii un percorso per ottenere questo importante risultato anche nella nostra città». Il presidente del Consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti, torna a parlare di quanto accaduto tre giorni fa e le polemiche che sono seguite e va all’attacco dell’Anpi.

«Mi sento obbligato a intervenire – scrive Benedetti – dopo le gravi dichiarazioni fatte dal presidente dell’Anpi carrarese Nando Sanguinetti, durante il Consiglio comunale solenne dedicato al Giorno del Ricordo, per mettere in evidenza pubblicamente il turpe pensiero di questa associazione che ha sempre taciuto sulla pulizia etnica a danno della popolazione italiana della ex Jugoslavia e di Trieste. Nel merito, Nando Sanguinetti durante il suo sproloquio, ha espresso una inaccettabile teoria giustificazionista, secondo la quale, la responsabilità degli infoibamenti ricadrebbe sui nazisti e fascisti, che con le loro violente azioni scatenarono la rabbia e la vendetta dei partigiani slavi e italiani».

«In sintesi – secondo il rappresentante dell’associazione partigiani, la responsabilità del massacro delle foibe non ricadrebbe sugli infoibatori e il loro mandante, il Maresciallo Josip Broz Tito, ma sui nazisti e fascisti, che, a detta sua, avrebbero stimolato la violenta reazione e ciò è gravissimo, perché si tratta di un pensiero, ripeto, giustificazionista rispetto ad  una tragedia che ha colpito migliaia  di civili che avevano l’unica colpa di essere Italiani. L’altro passaggio del discorso che ha generato in me parecchie perplessità, è quello per cui non tutti gli infoibati sarebbero stati sullo stesso piano e quindi infoibati di serie A e di serie B, cioè italiani civili incolpevoli e magari italiani appartenenti a forze militari, fascisti e quant’altro che quella morte se la sarebbero cercata e meritata. Di fronte a questa dichiarazione rimango basito, perché queste parole parlano da sole, non hanno bisogno di nessun commento e si comprende molto bene quale sia il pensiero dell’Anpi che soprattutto al nord si è sempre schierata dalla parte dei negazionisti, cioè di coloro che negano la tragedia delle foibe».

«Credo che a distanza di 15 anni dal riconoscimento del martirio delle foibe con l’istituzione del Giorno del Ricordo – conclude Benedetti – sia fondamentale attivarci a tutti i livelli per isolare i soggetti e i movimenti che ripudiano la memoria condivisa, non riconoscendo la storia. Per quanto riguarda l’Anpi, un’associazione che ha sempre fatto politica e che da sempre è schierata con la sinistra italiana, in quanto istituzioni pubbliche e quindi Regioni, Province e comuni, iniziare a rifiutare ogni tipo di collaborazione, tantomeno con finanziamenti e agevolazioni varie. Per quanto riguarda il Comune di Massa, mi farò carico di vigilare sugli uffici e sull’amministrazione, affinché venga chiuso ogni tipo di rapporto e collaborazione».

BAROTTI: «INTITOLIAMO UN LUOGO DELLA CITTÀ ALLE VITTIME DEI TOTALITARISMI»
Intanto sull’argomento interviene il consigliere di Alternativa Civica Andrea Barotti. Riportiamo di seguito.
Il danneggiamento di una targa che ricorda gli italiani massacrati, nell’immediato secondo dopo guerra, nei territori occupati dall’esercito popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Tito (territori perduti dall’Italia), la vandalizzazione di una lapide che ricorda la pulizia etnica subita dai Giuliano dalmati e l’esodo che ne seguì, le scritte sulla porta delle abitazioni di partigiani o deportati, di cui abbiamo letto sulle cronache nazionali, segnalano un rigurgito di quelle ideologie di morte che hanno devastato l’Europa e mietuto milioni di vite!
Tali fenomeni debbono essere combattuti con la conoscenza della storia! L’indifferenza, l’ignoranza si sconfiggono con la cultura! La scuola, i mezzi di informazione, la politica hanno un ruolo fondamentale per contrastare il negazionismo ed una rilettura dei fatti contraria al dato storico.
La tendenza ad utilizzare la storia per segnare un campo politico o per condurre uno scontro tra forze di diverso schieramento ideologico non aiuta una lettura serena del nostro passato; tutti abbiamo ancora in mente il caso politico sorto con il monumento alla poesia del Bellugi, la mozione su Pertini respinta dalla maggioranza di centrodestra sulla base di inconsistenti motivazioni, la condanna a scoppio ritardato, nei riguardi dei giudizi espressi da Frugoli, di alcune forze politiche.
Le divisioni, i tentennamenti non hanno alcuna giustificazione ed è compito di tutti, a partire da chi rappresenta i cittadini, difendere e promuovere una visione obiettiva della storia europea e del nostro paese. Il ricordo onora le vittime della barbarie, dei totalitarismi, risarcisce chi venne gettato nelle viscere della terra per quel lungo silenzio che ne ingoiò la memoria, che nascose un crimine contro l’umanità; coltivare la memoria è fondamentale per evitare che possano ripetersi i tragici errori del passato, per difendere e diffondere la verità storica.
Ritengo doveroso che si debba individuare uno spazio della nostra città da intitolare ai caduti di tutti i regimi, senza alcuna distinzione, alle vite che si spensero nelle oscurità delle foibe, alle vite ingoiate dai campi di concentramento tedeschi ed italiani, alle vite sepolte nelle fosse comuni, alle vite sacrificate per la libertà!
Penso che dedicare una piazza alle vittime di tutti i regimi consentirebbe di evitare che la storia possa essere utilizzata per creare inutili ed incomprensibili divisioni, contribuirebbe a rafforzare quella visione comune, quella base culturale che è patrimonio collettivo.
Concludendo, apprezzo la volontà di alcune forze di centrodestra di onorare, con un monumento o con l’intitolazione di un luogo della nostra città, gli italiani infoibati e quanti furono costretti ad abbandonare le proprie case per sfuggire alla barbarie ma credo, alla luce di quanto vediamo o leggiamo sui giornali, che sia necessario fare di più per dare un segnale di unità, concordia, condivisione di valori, principi, riconoscimento di una verità storica inconfutabile per questo propongo di ricordare tutti coloro che vennero uccisi, torturati, privati della libertà e della giustizia dai totalitarismi; proporrei una targa o un’opera scultorea che riporti alla memoria le vittime di quelle ideologie che trasformarono l’Italia, l’Europa in un terreno di morte e distruzione.
Mi auguro che l’Amministrazione, i partiti presenti in Consiglio, le associazioni cittadine si aprano al confronto su questa mia idea affinché si compia un ulteriore passo per abbattere quelle residue sacche di resistenza ideologica di cui ha parlato il Presidente Mattarella e per riconoscere lo stesso valore, lo stesso sacrificio, la stessa sofferenza, lo stesso strazio alle vittime di tutti i regimi.