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«Taglio pini, legge non rispettata. Attendiamo segnali dalla Sovrintendenza»

Il comitato per gli alberi di viale Colombo risponde all'assessore Raggi: «Il non sapere quali uccelli ci sono in zona è la "madre" di ciò che sta accadendo»

«La cultura è alla base di tutto. Il non sapere, in questo caso quali uccelli ci sono in zona, è la “madre” di ciò che sta accadendo». Inizia così la replica all’assessore ai lavori pubblici di Carrara, Andrea Raggi, del comitato per la difesa dei pini di viale Colombo.

«Con il presente comunicato – scrivono – tuttavia (riservandoci di entrare nel merito globale della questione con altre comunicazioni) , ci preme sottolineare che prendiamo atto del comunicato dell’assessore Raggi. Non abbiamo letto la relazione della Guardia Forestale i cui contenuti (solo in parte) veniamo a conoscere indirettamente dalle parole dell’assessore. Abbiamo invece letto (e capito) la legge Regionale Toscana 30/2015, in particolare l’articolo 79, comma 2 lett. d, che vieta il deterioramento e la distruzione dei siti di riproduzione o di riposo delle specie animali ricomprese nell’allegato II della Convenzione di Berna».

«Il fatto che la legge distingua, con due espressioni semanticamente distinte – prosegue – (nido e sito di riproduzione) sta a significare che il legislatore ha inteso tutelare non solo il nido, ma anche l’habitat che può potenzialmente ospitarlo. Il sopralluogo effettuato da Marco Dinetti della Lipu sabato scorso ha descritto le condizioni che fanno rientrare a pieno titolo la zona di viale Colombo nella tutela della legge con un censimento che ha prodotto una lista di 9 specie per l’area in oggetto, di cui 6 nidificano abitualmente su alberi. Per cui, ci sono  due possibilità: o l’assessore fornisce un’interpretazione fantasiosa della Legge (e sarà ad un giudice decidere) o si mette in dubbio quanto descritto nella relazione da Marco Dinetti (inviata a Guardie Forestali e al Comune di Carrara), di fatto accusandolo di avere dichiarato il falso. E, allora, anche in questo caso, ci sarà da valutare, da parte dell’esperto coinvolto (non solo responsabile Lipu ma anche consulente Ispra e autore di numerose pubblicazioni scientifiche al riguardo), se ci sono gli estremi per una querela di diffamazione. Pertanto, riteniamo che la legge non sia e non sia stata rispettata. E, allo stato attuale, non si può neppure dire che non fosse conosciuta. Forse, inizialmente non era conosciuta».

«Nel frattempo – concludono – rimaniamo ancora in attesa di qualche segnale di vita dalla Sovrintendenza che, nonostante diverse sollecitazioni, non si è ancora espressa in merito all’art. 10  del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, comma 4, punto G, che include nei beni culturali “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico”».