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Con i Pabe l’identikit delle cave è a portata di clic: «Stop al "far west"»

L'amministrazione di Carrara ha presentato i Piani attutativi dei bacini estrattivi, uno strumento digitale per

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«Stop al “far west” alle cave». L’amministrazione comunale ha presentato i Pabe, i Piani attuativi dei bacini estrattivi. Circa 70 carte, completamente digitalizzate con tanto di sistema di geolocalizzazione cava per cava: è un’altra importante novità introdotta con l’adozione dei piani da parte del Consiglio Comunale. Il vicesindaco Matteo Martinelli, titolare della delega al marmo, l’assessore all’urbanistica Maurizio Buschi e l’assessore all’ambiente Sarah Scaletti sono tornati a illustrare alcune delle tante innovazioni contenute nello strumento. La digitalizzazione delle carte permetterà di velocizzare il lavoro degli uffici, sia per quanto riguarda le risposte da dare alle attività sia per il controllo del rispetto della norma.

«I Pabe – ha spiegato l’assessore Scaletti – si inseriscono in un momento storico particolare in cui si sta riscrivendo, in maniera complessiva, il quadro normativo a vari livelli, da quello regionale a quello comunale. Lo strumento messo a punto dal Comune nasce in coerenza al quadro normativo regionale: recepisce le norme del Pit e del Piano Regionale Cave ma contiene in sé aspetti di originalità legati al contesto territoriale proprio di Carrara. E questo è maggiormente evidente nella parte relativa alla disciplina in materia ambientale. Non si tratta di un insieme di norme generiche e di carattere generale ma di un piano calato nel nostro territorio e pensato sulla realtà di Carrara. Basti pensare a come viene coniugato lo studio dei ravaneti con il tema del dissesto idrogeologico. I Pabe sono inoltre stati l’occasione per introdurre un identikit digitale delle cave dove con click è possibile disporre tutte le informazioni su inquadramento territoriale, vincoli, pericolosità idrauliche e geomorfologiche, e ogni altro elemento del quadro conoscitivo. Si tratta di una rivoluzione anche per i nostri Uffici che avranno a disposizione uno strumento informatico sempre aggiornato e un supporto finalmente moderno ed efficace per il loro lavoro».

Ma i Pabe rappresentano soprattutto una traduzione in norma di una nuova visione del settore: «L’obiettivo che vogliamo raggiungere con i Pabe è quello di aprire le cave a un futuro sostenibile che passa attraverso un maggior impatto socio economico dell’attività estrattiva e un minore impatto sull’ambiente. Non vogliamo chiudere le cave ma aprirle a un futuro di sostenibilità. Abbiamo avuto il coraggio di mettere mano alle regole del monte con uno strumento calibrato su contrappesi che tengono conto delle esigenze delle attività e dell’economia cittadina, della tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma anche della sicurezza del territorio. La nostra è una visione del settore innovativa rispetto al passato, e in quest’ottica abbiamo messo a punto uno strumento equilibrato che tiene insieme le necessità delle aziende del settore, le stimola a migliorarsi e a evolversi» ha aggiunto il vicesindaco Matteo Martinelli.

«Abbiamo fatto lo sforzo di mettere a punto un piano, difficile, complesso, perché deve rispondere a un sistema di nozioni che non appaiono di facile interpretazione, perché abbiamo lavorato in un clima di forti contrasti per la difficoltà del carattere interdisciplinare e per la natura sperimentale. È stato uno sforzo enorme provare a rendere l’attività estrattiva compatibile con la qualità del paesaggio: quello che più mi rammarica è che ancora una volta, una certa parte politica è lì a ricordarci che prevale il timore di perdere ciò che abbiamo faticosamente raggiunto piuttosto che scommettere sul futuro e su una innovazione possibile. Ci vuole una proposta coraggiosa per il futuro: una proposta che sappia trovare equilibrio tra interessi diversi e apparentemente contrapposti. Il tutto entro un contesto di sostenibilità e di coesione sociale» ha concluso l’assessore Bruschi.

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