«I dati confermano: si scava meno e meglio». Industriali soddisfatti
Lucchetti (Confindustria): «In 13 anni i detriti si sono quasi dimezzati calando di oltre 1,5 milioni di tonnellate»
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“Finalmente si inizia a usare dati certi e non pregiudizi e questo è sempre positivo perché rende il confronto costruttivo”, così il presidente degli Industriali di Massa-Carrara Erich Lucchetti commenta i dati del Comune di Carrara sull’escavazione di marmo. “I numeri del Comune dicono una cosa inconfutabile – aggiunge Lucchetti – e che cioè a Carrara si scava meno e meglio che in passato come riconosce lo stesso vicesindaco Martinelli. Infatti osservando l’evoluzione 2008-2018 è facile notare come mentre la produzione di blocchi è scesa di 24mila tonnellate, quella dei detriti è calata di oltre 600mila tonnellate. E se si guarda un po’ più indietro, al 2005, si nota che i detriti sono oltre 1 milione e 500mila tonnellate in meno, mentre i blocchi sono stabili sotto le 900mila tonnellate. E’ la prova che le aziende sono sempre più attente a utilizzare tecniche e metodi di lavorazione che riducono sia l’impatto su l’ambiente sia il livello di rischio per i lavoratori”.
“Se poi andiamo ancora un po’ indietro nel tempo si vedrà – aggiunge Lucchetti – che dal 2005 questo trend è ancora più marcato. Tredici anni fa si escavavano oltre 5 milioni di tonnellate (5.141.148 per l’esattezza) di cui 877mila 965 tonnellate di blocchi, che è quasi la stessa quantità del 2018, ma ben 3,5 milioni di tonnellate di detriti (3.478.299 per l’esattezza) . Quindi oggi ci sono ben 1.562.652 tonnellate in meno di detriti, un calo di quasi la metà, il 45% per la precisione. Vuol dire che si lavora meglio e con strumenti meno invasivi di un tempo”.
“Inoltre va sempre tenuto conto di un fatto storico che ha portato a una vera evoluzione ambientale nel mondo della escavazione del marmo- ricorda Lucchetti – e cioè che un tempo quei detriti nemmeno venivano calcolati, ma lasciati lì, abbandonati sui monti. Prima tutto rimaneva in cava e scendevano solo i blocchi. Oggi invece non solo non si accumula più al monte, ma si utilizza anche quello che negli anni addietro era stato accumulato. Sarebbe quindi un errore vedere questa attività di rimozione degli accumuli come negativa e non invece come un esempio positivo”.
“Per questi motivi – annota Lucchetti – trovo sbagliata l’aggressione continua di certi presunti ambientalisti contro le nostre aziende. Se per denigrarci si devono usare dati falsi come fanno coloro che dicono che si estraggono 9 milioni di tonnellate di marmo dalle nostre cave mentre sono circa 3 milioni, è evidente che il primo risultato sarà costruire un clima di caccia alle streghe che produrrà solo danni a aziende, lavoratori e ambiente e quindi a tutta la nostra comunità. Si tratta di fake news che mirano a distruggere un patrimonio, il marmo, come simbolo e identità di Carrara che grazie a un lavoro centenario di tanti e tanti è conosciuto in tutto il mondo. Per questo continuo a pensare che chi racconta le nostre cave come causa del disastro ambientale mondiale (il film Antropocene ricorda che l’escavazione mondiale arriva a 100 miliardi di tonnellate rispetto alle quali il marmo è davvero una briciola) sia uno poco informato o peggio in cattiva fede che fa danno a una intera città”.
“Spero che questo clima di intimidazione nei confronti del mondo delle imprese e del lavoro venga superato, in modo tale da poter continuare il confronto costruttivo che abbiamo aperto con sindacati e istituzioni locali e regionali e che vorremmo portare avanti in maniera positiva per tutta la comunità di Carrara” conclude Lucchetti.