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Acerbo (Rc): «Abbiamo ideali moderni, mica vecchi come il razzismo»

Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista in occasione dei 50 anni della Casa del Popolo

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Sono trascorsi cinquant’anni dalla fondazione della Casa del Popolo di Casette. Lassù, a 378 metri sopra il livello del mare, la frazione festeggia il traguardo con musica e dibattiti. Sabato si è tenuto l’incontro che ha visto l’inaugurazione di una targa in ricordo delle persone che dentro quelle mura hanno riflettuto e lottato per costruire un mondo alternativo a quello capitalista. Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, ha commentato così: «Dicono che rappresentiamo una storia passata. Ma gli ideali che hanno fatto da base alla nascita di questa casa sono decisamente moderni, molto di più di quelli razzisti e di quelli promossi dal capitalismo sfrenato. Dobbiamo andare fieri della nostra resistenza, perché quando vanno avanti le nostre idee, vanno avanti i diritti di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici». Il dibattito in programma è stato coordinato da Nicola Cavazzuti e ha visto la presenza di Matteo Bartolini, presidente provinciale di Arci Massa Carrara, e di Luciano Berselli, della Cgil. Tema dell’incontro “Le case del popolo, tra cultura e rivoluzione”, un approfondimento sul percorso che ha portato alla nascita dei centri per l’organizzazione di iniziative culturali e artistiche della classe operaia, sul senso che tali centri potrebbero avere oggi, nel tempo presente, e sul come rendere continuativo il legame fra gli operai di ieri e quelli di oggi, che vivono nell’epoca della frammentarietà, dell’individualismo e della competitività all’ultimo sangue. Per il sindacalista Berselli la nascita delle Cdp è il «tentativo per contrastare l’affermazione della concorrenza fra i lavoratori. Battersi per costruire momenti di incontro, avere dei luoghi in cui incontrarsi, sarebbe il primo passo per ridare vitalità alla casa del popolo». Matteo Bartolini ha sottolineato l’importanza dei luoghi di incontro per iniziative culturali e politiche «per organizzare un’idea e una visione del mondo alternativa a quella dominante». «Viviamo in un’epoca – ha concluso Acerbo – in cui le persone sono automatizzate. Viviamo in un bombardamento di informazioni in cui cresce la confusione e avanza una regressione culturale. Luoghi come questi rappresentano la possibilità di costruire una vita sociale differente. Rappresentano un livello di civiltà migliore di quello che ci vogliono vendere ogni giorno in televisione». Al termina della giornata il menù della Casa del Popolo ha offerto baccalà marinato e tordelli massesi. E per concludere musica live e balli.

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