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«Sanac, basta minacce». E martedì sciopera anche l’indotto

La Filcams Cgil alla nuova proprietà: «Stop ricatti». I Carc: «Il protagonismo degli operai è il motore della soluzione»

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Le lavoratrici e i lavoratori degli appalti scioperano insieme agli operai della Sanac. Lo fa sapere la Cgil. La segreteria provinciale della Filcams Cgil, infatti, ha dichiarato lo sciopero nei settori di appartenenza all’interno dello stabilimento Sanac di Massa. Per domani martedì 2 luglio. A rischio ci sono anche i loro posti di lavoro.

«Lavoratori e lavoratrici – dicono dal sindacato – che in modo fattivo danno il loro contributo al processo di produzione all’interno dell’azienda. Siamo preoccupati di come sta evolvendo la vertenza che vede coinvolti lavoratori diretti e indiretti della Sanac. Le mancate risposte e i rinvii di acquisizione mettono a rischio la continuità del lavoro e della produzione. I nuovi presunti proprietari smettano con le minacce e i ricatti e si siedano ad un tavolo con il governo e con le organizzazioni sindacali per discutere di investimenti e di lavoro. Gli ultimi a cui nessuno guarda e pensa, anche loro rischiano il posto di lavoro. Lavoratori che non hanno la possibilità di utilizzare nessun ammortizzatore sociale se non la Naspi, donne e uomini, lavoratrici e lavoratori che da anni operano all’interno dello stabilimento a fianco dei lavoratori diretti. Quando si parla di esuberi quando si parla di chiusure, troppo spesso si tende a dimenticare l’indotto, cioè tutti quei lavoratori e lavoratrici che sono i premi a pagare il prezzo con riduzioni orarie e licenziamenti ancora prima che il processo aziendale prenda forma, finché non si avrà una visione di insieme, una visione collettiva di tutti i lavoratori e lavoratrici, non potremmo dire di aver svolto a pieno il nostro ruolo. Per questo scenderemo in piazza tutti uniti per difendere il lavoro».

E sull’argomento interviene anche il partito dei Carc. Lo pubblichiamo di seguito.
Gli sviluppi del tavolo romano dei giorni scorsi ci dimostrano che la vicenda Sanac con il passaggio ad Arcerol-Mittal è ancora lungi dall’essere conclusa positivamente per gli operai. In questa, come in altre vicende, deve valere un principio cardine: le promesse dei padroni e gli impegni di Governi e Sindacati, se non vi è una forte, decisa e perspicace mobilitazione operaia, durano come neve al sole (mettiamocelo in testa compagni che per gli operai non vi sono salvatori della patria!).
La vicenda è complessa anche perché si innesta sul terreno della vendita di ILVA sul quale, oltre agli interessi dei padroni (che non sono MAI corrispondenti a quelli degli operai e del resto delle masse popolari), si gioca un forte scontro politico sia fra le varie fazioni delle componenti governative, sia fra queste e le forze politiche di opposizione e sindacali.
Nessuno degli attori che si scontrano su questo terreno è di per se stesso portatore o ha la forza fino in fondo per realizzare gli interessi degli operai:
– la Lega di Salvini benchè agiti parole d’ordine legate alla sovranità nazionale opera sfruttando la contraddizione ambiente-lavoro per aprire la strada a ribasso a favore degli acquirenti sul terreno ambientale (immunità penale) e inevitabilmente poi sull’impatto occupazionale;
– il M5S sotto il ricatto e la pressione della Lega gioca a ribasso venendo meno alle promesse che aveva fatto ai cittadini e ai lavoratori di Taranto (riconversione ecocompatibile dello stabilimento e tutela dei posti di lavoro);
– il PD e le forze ad esso collegate che hanno tutto l’interesse affinché la vicenda non si concluda.
In questo quadro, anche per la vicenda Sanac, bisogna far valere il principio che la lotta deve essere diretta da chi ha fino in fondo l’interesse a vincere: gli OPERAI!
Se gli operai si mettono alla testa della mobilitazione sono in grado di imporre ad ognuno degli attori in campo (Governo, opposizione, Sindacato e Amministrazioni locali) le soluzioni che servono a difesa dell’apparato produttivo e a tutela della salute e dell’ambiente, in sintesi: nazionalizzazione sotto il controllo operaio.
Gli operai della Sanac possono e devono:
– coordinarsi con gli altri stabilimenti Sanac e con il resto dei lavoratori dell’apparato siderurgico (Taranto, Piombino, Genova, Terni, ecc): a partire dall’organizzare una mobilitazione per il 9 luglio a Roma in occasione del tavolo sull’ILVA al Mise con Arcerol-Mittal;
– coordinarsi con gli operai, i disoccupati e il resto delle masse popolari del territorio per costringere l’Amministrazione Comunale ad intervenire sul Governo (presidi, assemblee territoriali, irruzioni in Consiglio Comunale, ecc);
– intervenire su tutte le forze politiche in particolare sul M5S affinchè passino dalle parole ai fatti.
In sintesi devono essere gli operai a tenere l’iniziativa in mano!

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