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Pietro Cascella, dal "carciofo" al mausoleo di Berlusconi

L'amicizia con il fotoreporter Claudio Barontini raccontata nella mostra visitabile fino al 4 novembre

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Uno stile inconfondibile che ha arricchito piazze (vedi il “carciofo” di piazza Matteotti) e ville (vedi Arcore e il mausoleo disegnato per la famiglia Berlusconi). Ma aldilà del Pietro Cascella “artista” c’era molto altro. Lo raccontano le fotografie di Claudio Barontini, fotoreporter, paparazzo e ritrattista storico del territorio, che a Villa Rinchiostra esporrà fino al 4 novembre la mostra dal titolo “La presenza e l’assenza”. «E’ una sorta di sintesi – spiega Claudio Barontini all’inaugurazione di ieri della mostra – che condensa 14 anni di quotidianità».
«Ci siamo conosciuti – continua il fotografo – nel 1994 quando fui incaricato dal settimanale Gioia di realizzare una serie si immagini dell’artista. Ci incontrammo nel suo Castello a Verrucola di Fivizzano dove Cascella risiedeva ormai da molti anni. Il nostro approccio fu emblematico perché Pietro mi chiese se fossi in grado di fotografare le sue sculture. Non era il mio settore di studio, ma mi giocai ugualmente l’opportunità».

Obiettivo della mostra è far emergere l’artista, il suo studio e il talento che lo ha guidato nei suoi lavori. Nel mezzo la quotidianità fra i due amici. Presente all’inaugurazione il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi che ha sottolineato orgogliosamente la scelta dello scultore di risiedere nel piccolo borgo lunigianese e l’assessora Eleonora Lama che ha ricordato il monumento al partigiano di Piazza Matteotti, volgarmente ricordato come il carciofo. Opera che lo scultore amava ricordare raccontando della presenza dei bambini che vi giocavano sopra, “Un’opera deve essere vissuta dalle persone che la ammirano”, aveva commentato all’epoca.

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