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"Campioni nella memoria", la mostra sugli atleti deportati nei lager foto

Inaugurata a Palazzo Ducale a Massa, sarà visitabile fino al 14 febbraio 2019

«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». Proprio perché non si finisce mai di conoscere l’orrore che ha ferito a morte il ventesimo secolo le parole di Primo Levi sono il giusto viatico per visitare “Campioni nella memoria” la mostra fotografica visitabile fino al 14 febbraio 2019 nelle sale della ex presidenza del Palazzo Ducale di Massa che racconta per immagini e cenni biografici la storia di atleti deportati nei campi di concentramento.

A tagliare il nastro della mostra è stato il presidente della Provincia di Massa-Carrara, Gianni Lorenzetti, alla presenza del prefetto,Paolo D’Attilio, del sindaco di Massa, Francesco Persiani, e del delegato regionale dell’Unione nazionale veterani dello sport, Paolo Allegretti. Presenza straordinaria per il mondo dello sport quella di Alberigo “Chicco” Evani, indimenticato calciatore del Milan e della Nazionale e attuale tecnico nello staff della Nazionale di calcio.

“Qua troviamo le storie di 55 campioni – ha detto Allegretti – ma sono stati ben 60 mila gli internati e tra questi 22° di assoluto rilievo”. L’idea di questo allestimento è di Barbara Trevisan, docente di scienze motorie sportive a Scandicci, ed è nata dalla lettura di un articolo della giornalista Jane Santoro sulla storia di atlete tedesche ebree. Le sportive alla fine degli anni trenta avevano messo a segno record nazionali e mondiali e per questo in Germania erano conosciute e ammirate; per anni, però, di questi primati negli annali sportivi tedeschi non c’è stato nessun riferimento, fino alla mostra intitolata “I record dimenticati”, allestita alla Haus des Sports di Berlino (mostra itinerante che dopo una tappa a Dresda è approdata a Londra in occasione delle Olimpiadi del 2012), rendendo giustizia a queste atlete che hanno visto le loro vite e le carriere sportive compromesse dalla follia del nazismo. Questa prima mostra ha ispirato l’organizzazione di “Campioni nella Memoria”, e la ricerca di storie di atleti, non solo ebrei, deportati nei campi di concentramento.

“Questa mostra è nata dalla convinzione che la trasmissione della memoria spetti a tutti – spiegano gli organizzatori – ma in modo particolare a chi è stato toccato dalla tragedia delle deportazioni, seppure in modo indiretto, e che le storie delle singole persone possano essere la testimonianza più forte e incisiva per le nuove generazioni. Lo scopo è quello di osservare la più grande tragedia del ventesimo secolo, anche dal punto di vista sportivo, rendendo onore e gloria a tutti quegli uomini e donne che nella loro vita hanno incarnato gli ideali sportivi e, con le loro scelte, hanno difeso i principi di libertà, di uguaglianza e di tolleranza”.

Molte le storie che scorrono sotto gli occhi del visitatore. Tra le altre c’è quella di Arpad Weisz, calciatore ungherese, che prima di approdare e morire ad Auschwitz, vestì le maglie di Alessandria ed Inter e poi come allenatore dei nerazzurri scoprì e lanciò Meazza e vinse il primo scudetto a girone unico. C’è quella di Cestmír Vycpálek che sopravvissuto a Dachau, intraprese la carriera di calciatore nell’allora Cecoslovacchia e poi in Italia, militando anche nella Juventus. Con i bianconeri, come allenatore, vinse due scudetti consecutivi nei primi anni settanta.

La mostra, nell’allestimento di Palazzo Ducale è stata promossa e organizzata in collaborazione tra l’Ufficio scolastico provinciale, la Provincia di Massa-Carrara, il Comune di Massa l’Unione nazionale veterani sport Toscana, il Coni e l’Anpi.

Orari di apertura:
29 gennaio – 14 febbraio 2019 dal lunedì al venerdì (9,30-12,30), Martedì e giovedì anche pomeriggio (15-17). L’apertura della mostra è garantita grazie alla collaborazione con l’istituto per i servizi turistici Salvetti di Massa che coprirà i turni con i propri studenti