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Lavello, Arpat:"Moria di pesci non imputabile ai depuratori". Nell’acqua presenza di ammoniaca, fosforo e tensioattivi

"Possibile raccolta di sversi (volontari o involontari) nei tombini posti sulla strada"

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L’Arpat ha concluso le indagini sulla moria di pesci nella zona del Fosso Lavello. L’agenzia lo scorso 4 settembre scorso, a seguito della segnalazione da parte della polizia municipale del Comune di Massa per una moria di pesci, ha inviato il personale in servizio di pronta disponibilità per un sopralluogo presso la foce del Fosso Lavello. Nel corso del sopralluogo è stato osservato che alla foce del foce del fosso Lavello, in prossimità del ponte di via delle Pinete, non erano presenti pesci morti, quindi hanno risalito il fosso, individuando il tratto, più a monte, dove erano presenti alcuni pesci morti.

Al fine di indiduare la causa della moria il personale Arpat ha percorso l’argine del fosso dall’altezza del depuratore Lavello 1, in direzione monte, fino al ponte di via Massa Avenza, rilevando la presenza di molti pesci morti, tutti di piccola taglia, ma anche di fauna ittica viva, oltre a rane e gallinelle d’acqua; la quantità d’acqua nel fosso era scarsa ed era presente molta vegetazione acquatica. Dal ponte di via Massa Avenza, procedendo verso monti, i pesci morti non erano più visibili.

L’Agenzia ha richiesto a GAIA S.p.A., gestore del depuratore, l’invio del personale per
avere l’accesso all’interno del depuratore Lavello 2, al fine di ispezionare lo scarico del depuratore ed il canale, che proviene dalla zona industriale, che ne attraversa l’area, parzialmente intubato, ma visibile dall’interno dell’impianto.

Questo canale, in cui sono convogliate le fognature bianche dell’area ex Farmoplant, sfocia a valle dello scarico del depuratore Lavello 2, ma a monte dello scarico del depuratore Lavello 1; è stato osservato che c’erano pesci sia morti che vivi all’interno di due delle tre vasche (comunicanti tra loro) presenti prima che il canale sfoci nel Lavello.

“Nelle vasche l’acqua era stagnante; è stato effettuato un campionamento dell’acqua nella vasca centrale dopo aver fatto le misure sul posto dei parametri: pH, conducibilità, ossigeno disciolto Ossigeno disciolto. I risultati delle misure sul campo indicano la scarsa presenza di ossigeno, che comunque al momento permetteva di vedere animali vivi e non particolarmente sofferenti. I risultati delle analisi di laboratorio sull’acqua prelevata nel canale – trasmessi ai vari enti interessati – non hanno messo in evidenza la presenza di sostanze chimiche in quantità tali da giustificare una moria o da essere utilizzate come indicatore per una possibile fonte di inquinamento. Sono presenti quantitativi apprezzabili, anche se non preoccupanti, di prodotti di degradazione di sostanze organiche quali ammoniaca, fosforo e tensioattivi”.

L’Agenzia quindi chiarisce che “è improbabile che la moria di pesci sia stata causata dagli scarichi dei due depuratori Lavello 1 e Lavello 2, in quanto i pesci morti sono stati rinvenuti anche nel canale proveniente dalla zona industriale dove non scaricano i due depuratori; l’evento al momento del sopralluogo era già in fase di superamento, come indicato dalla presenza di fauna ittica vitale. non è possibile fornire ulteriori elementi utili all’individuazione di una responsabilità per la moria dei pesci, in quanto la fognatura bianca, che alimenta il canale di scarico che proviene dalla zona industriale, è tombata e copre un’area molto estesa con presenza di molte attività e possibilità di raccolta di sversi (volontari o involontari) nei tombini posti sulla strada”.

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