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«Non cediamo all’indifferenza, così non ci sarà più una Auschwitz» foto

Due cerimonie per la giornata internazionale della memoria. Intervista video al presidente del Consiglio comunale Stefano Benedetti

Due cerimonie distinte celebrate a pochi metri di distanza. Ma lo scopo è comune: ricordare e non dimenticare il 27 gennaio del 1945. Quel giorno i soldati sovietici dell’armata rossa entrano ad Auschwitz e liberano il campo di concentramento nazista. Molti altri campi di sterminio verranno scoperti e denunciati nei mesi a venire. E ancora oggi i ricercatori di tutto il mondo s’interrogano sulla radice di quella violenza: che cosa ha portato l’essere umano a creare Auschwitz? Come ogni anno anche in provincia le istituzioni si stringono per commemorare i defunti e fornire ai giovani gli strumenti necessari per riconoscere i segnali dell’antisemitismo. Quest’anno, è il caso di dirlo, le istituzioni si sono strette in due palazzi diversi, la sede del Comune da un lato e la sede della Provincia dall’altro.

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A palazzo civico il sindaco Francesco Persiani ha preso parola: «Siamo qui riuniti non solo per ricordare lo sterminio del popolo ebraico ma anche per ricordare le disumane leggi razziali che subirono gli ebrei». Si tratta di un momento importante, ha detto il sindaco, per «riflettere su quali nefandezze siamo andati incontro». In sala la musica del liceo Felice Palma e la voce di Elena Cirillo hanno intervallato le parole dei presenti. Fra i quali il consigliere regionale Giacomo Bugliani e il consigliere provinciale Stefano Alberti. A seguire anche i saluti del presidente dell’associazione Italia – Israele Adelindo Frulletti, la presentazione del libro sulla Shoa di Leonardo Gori e quella relativa al libro di Evandro Dell’Amico, “Il mio nome, mai più”. «L’obiettivo principale è quello di ricordare per non dimenticare – ha detto il presidente del consiglio Stefano Benedetti – la tragedia della Shoah e lo sterminio del popolo ebraico, ma anche quello di attualizzare il fenomeno in considerazione dei diversi gravi fatti accaduti in questi ultimi tempi, causati dall’aumento del fenomeno dell’antisemitismo anche per volere di gruppi,movimenti ed organizzazioni politiche che violano troppo spesso le leggi in merito. Per questo motivo, abbiamo il dovere di organizzare iniziative che da una parte rappresentino una testimonianza di ciò che è accaduto, e dall’altra servano da stimolo per le istituzioni competenti ad agire per isolare il fenomeno della violenza». Un fenomeno della violenza che in passato ha portato a imprigionare ad Auschwitz prigionieri politici polacchi, prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prostitute, omosessuali, testimoni di Geova ed ebrei. All’ingresso del campo la scritta “Arbeit macht frei”, il lavoro rende liberi.

«Spiegare davvero è molto difficile» è intervenuto alla cerimonia dell’Anpi il presidente della provincia Gianni Lorenzetti. Anche in questo caso la sala è gremita di studenti. Riccardo Bardoni della Trentuno Settembre illustra una serie di fotografie scattate nei vari campi di concentramento nazisti scoperti al termine della seconda guerra mondiale. «E’ difficile spiegare ciò che è successo dal 1920 in poi – ha continuato Lorenzetti – È come se oggi il preside vi dicesse: da oggi voi non potete più venire a scuola. In quel momento erano gli ebrei a non andare bene. Domani potrebbero essere cattolici o musulmani. Come può succedere? Con l’indifferenza: se ne sono fregati. È stato comodo far finta di non capire, di non vedere quanto stava succedendo. Era comodo stare in disparte e non provare a fermare quel genocidio. Quindi oggi noi non dobbiamo cedere all’indifferenza, ci dobbiamo ribellare anche a quelle piccole azioni di violenza che possono accadere per esempio ai vostri compagni. Come succede con il bullismo. Riflettete mai se nella vostra vita quotidiana commettete azioni che vanno a ledere la dignità dell’uomo?» Matteo Rossi, Gaetano Vacca, Marco Marchi e Massimo Angeli dell’associazione Trentuno Settembre hanno suonato alcuni brani musicali e sono intervenuti anche Dino Bigini dell’Anpi, Angela Maria Fruzzetti dell’associazione Eventi sul Frigido, la professoressa Egizia Malatesta che ha letto alcune poesie. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con le associazioni I figli della Shoa e I quattro incoronati.

CAMILLA PALAGI