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«La cultura massese tra libri all’umido ed eventi sporadici»

Lo afferma la consigliera del M5s Luana Mencarelli: «L'amministrazione comunale deve promuovere il valore culturale della città»

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È passato più di un anno dalla chiusura del teatro Guglielmi di Massa e della sua riapertura non si hanno ancora certezze. La biblioteca civica Giampaoli di piazza Mercurio mantiene i limiti strutturali che da tempo riducono le postazioni a disposizione, e la sicurezza, dei frequentatori, anche se l’amministrazione comunale sulla carta ha stanziato dei fondi per migliorarla. Concerti e festival sono sporadici e quasi sempre legati ad eventi di promozione commerciale. E gli spettacoli teatrali per il momento sono accessibili solo ed esclusivamente per 120 cittadini (questo è il numero dei posti a sedere del teatrino dei Servi, ndc). Cultura questa straniera.

Come l’arco di Pasquino e Pasquina di via Palestro a Massa pare destinata allo smantellamento se non ci sarà presto un’inversione di rotta. A livello provinciale in questo ambito solo il dato legato al numero delle librerie presenti sul territorio rappresenta un valore positivo nel panorama nazionale (fonte il Sole 24 Ore). In quanto a sale cinematografiche – calcolate in base ai posti a sedere ogni 100 mila abitanti – in classifica la provincia di Massa Carrara si ferma al 92esimo posto su 107 province. E nel 2017, quando i teatri della provincia erano più attivi, in termini di offerta culturale, calcolata in base al numero di spettacoli ogni 1000 abitanti, ricopriva il 67° posto.

Di cultura trattano anche i due atti presentati dal Movimento 5 Stelle di Massa. Luana Mencarelli, al termine dell’ultimo Consiglio comunale in cui sono stati discussi, commenta così l’esito delle due votazioni: «Il Consiglio comunale di ieri sera ci ha chiarito la posizione di questa amministrazione e la sua maggioranza circa il valore storico della cultura e la possibilità di essere trasformato in attrattiva persino turistica».

«Abbiamo presentato due atti in merito – scrive Mencarelli – uno sulle tre epigrafi monumentali dimenticate, risalenti due alla fine del ‘500 e una agli inizi dell’800, per cui chiedevamo una conservazione più adeguata che permettesse la fruibilità e la visibilità al pubblico. La mozione è stata approvata, ma dopo il tentativo di farmi ritirare l’atto, con l’astensione del sindaco e di 2 consiglieri che “dovrebbero” essere in minoranza e il voto contrario di altri. Il secondo atto riguarda un patrimonio librario di estremo valore storico che ci è stato affidato in uso dall’Accademia dei Rinnovati nel 1952, quando si è costituita la biblioteca civica a Massa. In quel momento i libri dell’Accademia si trovavano nei locali della biblioteca del Liceo Rossi e all’atto dello spostamento dei libri alla biblioteca civica si è provveduto a consegnare solo il numero di libri spettanti senza quindi rispettare la composizione delle collane esistenti, per cui volumi appartenenti alle stesse si trovano tutt’oggi in due luoghi differenti. Il risultato è la perdita di valore delle collane che potrebbero, o meglio dovrebbero, essere esposte come valore storico, visto che rappresentano un vero patrimonio antico. Basterebbe impegnarsi per la semplice ricomposizione e trovare fondi per una loro adeguata collocazione e conservazione, ma niente di fatto. I libri resteranno all’umido, alla polvere e con le collane smembrate, perché l’atto ha avuto un voto contrario da parte dell’amministrazione. “Tanto oggi la cultura è in rete” ha dichiarato persino uno di loro».

In merito alle tre epigrafi conservate a Palazzo Bourdillon, di cui vi avevamo parlato qua, l’assessora Eleonora Lama in Consiglio comunale ha spiegato che: «Operando solo con risorse interne, l’amministrazione ritiene opportuno che uno degli ingegneri del Comune chiarisca il costo del recupero. Qualora fosse eccessivamente oneroso, l’amministrazione prenderà in carico l’opzione di realizzare alcune copie delle epigrafi stesse». La mozione ha visto prendere parte alla votazione 26 consiglieri, 18 di loro hanno votato favorevolmente, 5 sono stati i contrari e 3 gli astenuti, compreso il primo cittadino Francesco Persiani.

Anche in merito alla risoluzione richiesta da Mencarelli per riunire alcune collane storiche di libri suddivise in maniera illogica, a seguito di una vecchia disputa iniziata nel 1952 fra Accademia dei Rinnovati e liceo classico Pellegrino Rossi, non ha avuto un particolare compattezza fra i consiglieri. Dei 28 votanti, in 20 hanno votato contro. Lasciando in sospeso, fino a chissà quando, l’impegno di ripristinare i libri attualmente conservati al Bic di via Dorsale, al Bondano in un fondo comunale e al liceo classico Rossi, in sala presidenza. «Non è importante dove siano collocati ma che siano consultabili. I libri meno vengono toccati meglio è», ha affermato il consigliere comunale Alessandro Amorese. I libri sono al sicuro, insomma. Forse troppo.

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