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Dal marmo un miliardo di fatturato e il 60% resta a Massa-Carrara

Sono alcuni dei dati riferiti al 2017 presentati nel bilancio di sostenibilità del settore lapideo. Lucchetti (Confindustria): «Imprese attente al territorio. Il comparto è sano e assicura lavoro»

Quasi un miliardo di fatturato (960 milioni di euro), 600 milioni di questi ricadono sul territorio di Massa-Carrara e 145 vanno ai dipendenti; 28,5 milioni alle amministrazioni pubbliche sotto forma di imposte locali e nazionali. Sono solo alcuni dei numeri che emergono dal secondo bilancio di sostenibilità del settore lapideo apuano, un documento elaborato da Altis, l’Alta scuola di impresa e società dell’Università Cattolica di Milano, e presentato ai media da Confindustria Livorno Massa-Carrara nella sede di viale XX Settembre a Carrara, e poi nel pomeriggio all’Accademia di Belle Arti.

All’iniziativa hanno preso parte 29 aziende del lapideo, un campione rappresentativo di tutta la filiera dal monte al piano, che hanno risposto a un questionario che ha prodotto questo rapporto «redatto secondo criteri internazionali standard, con una veste scientifica accurata e metodologicamente puntuale» ha spiegato Richard Arson, general manager di Altis.

Un’operazione, anche comunicativa – come ha sottolineato il direttore di Confindustria Umberto Paoletti – fortemente voluta dagli industriali che vuole andare oltre e accantonare quelle insistenti voci e la percezione per cui “le cave non lasciano nulla sul territorio” o “il marmo non viene lavorato in loco”. Su quest’ultimo punto il documento presentato evidenzia che il 40% di quanto viene estratto nei bacini marmiferi apuani viene lavorato proprio a Massa-Carrara. «Il bilancio di sostenibilità – ha spiegato il presidente della delegazione apuana di Confindustria Erich Lucchetti – serve anche a misurare quanto le imprese del lapideo sono attente al territorio. Il comparto è sano, produce fatturato e assicura lavoro».

Altri numeri, interessanti, che emergono da questa seconda edizione, riferita all’anno 2017, dicono che in provincia operano circa 100 cave che hanno estratto un milione di materiale ornamentale. «Teniamo conto – ha detto Lucchetti – che dal 2001 l’estrazione complessiva di marmo è diminuita di oltre il 40%». Un settore quello del marmo che rappresenta il 24% della provincia e nel quale lavorano 5mila addetti diretti e indiretti (sono 3mila quelli dell’indotto).

Anche l’ambiente è uno degli aspetti considerati in questo bilancio di sostenibilità. «Nel 2017 – è scritto nel report – le aziende del settore lapideo hanno investito poco più di 250mila euro in azioni volte a proteggere l’ambiente, pari a circa il 43% del totale degli investimenti e il 30,4% delle imprese si approvvigiona da fonti di energia rinnovabili».

«Il marmo – ha detto Lucchetti – è scritto nel Dna di ciascuno di noi, dal cavatore al piccolo imprenditore, dall’operaio all’artista. Bilancio di sostenibilità quindi significa qualcosa di totalmente diverso dalla vulgata normale. E per le aziende del settore lapideo di Massa-Carrara bilancio di sostenibilità significa un costante nuovo inizio e al tempo stesso un tuffo nel nostro passato nel quale attingere le energie e gli stimoli per il futuro. È la consacrazione di un legame con il territorio – ha proseguito Lucchetti – che non è e non potrebbe essere casuale, perché dal territorio, dal contatto con il cuore delle nostre montagne che nasce e si ripropone anche il patto che lega le imprese alla comunità estesa, condividendo problemi, aspettative e speranze comuni».

Altro elemento valutato da questo bilancio riguarda la responsabilità sociale verso la comunità locale: l’82,6% delle aziende sponsorizza eventi sportivi o culturali; il 65,2% effettua donazioni a organizzazioni no profit o di volontariato; il 43,5% svolge progetti di partnership con associazioni del territorio.

E sul bilancio di sostenibilità è intervenuta anche l’assessore regionale al lavoro Cristina Grieco: «Sviluppo e sostenibilità rappresentano un binomio inscindibile per la crescita dei territori e per la coesione delle comunità. La Regione Toscana orienta tutte l’azione di governo a questo principio e quindi apprezza e sostiene questa iniziativa di “rendicontazione” sociale ed ambientale di un comparto di punta per la nostra economia come quello lapideo».