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Contraffazione, un problema sociale prima che economico

Lo ha detto il direttore di Confartigianato Massa Carrara Gabriele Mascardi: "24 miliardi di mancati introiti per le nostre aziende manifatturiere"

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“Il mercato del falso, della contraffazione è una piaga sociale prima che economica, che alimenta associazioni criminali e mafiose e che danneggia le imprese italiane. Un fenomeno contro cui non basta la sola repressione normativa che finisce per colpire solo i venditori, altre vittime di un sistema criminale. Serve un cambio di mentalità che crei una vera cultura dell’acquisto: una battaglia da fare tutti insieme”.

A sostenerlo è il direttore di Confartigianato Massa Carrara, Gabriele Mascardi, che interviene così su un tema che è sempre di scottante attualità, soprattutto quando si entra nel vivo dell’estate e il fenomeno dei venditori abusivi e della contraffazione arriva fin sotto gli ombrelloni in spiaggia. Un mercato del falso che non conosce comunque momenti di crisi: “Il giro d’affari globale vale 32 miliardi di euro – prosegue Mascardi -, una cifra che pesa come un macigno sulle aziende italiane e sull’intera economia del Paese. Il totale dei mancati introiti per le nostre aziende manifatturiere italiane sfiora i 24 miliardi”.

Proposte e disegni di legge si sono sprecati negli anni con scarso successo: “L’inasprimento delle multe e delle pene per i delitti di contraffazione, frode e falsificazione non ha portato a nessun risultato tangibile. A oggi l’unico dato certo è che la scarsa protezione del Made in Italy danneggia tutti. Ne risentono ogni anno il mondo del lavoro, con circa 100mila posti di lavoro persi, e l’economia, che perde 1,7 miliardi – sottolinea ancora il direttore della Confartigianato apuana -. Vendere e acquistare prodotti contraffatti poi, è pericoloso per la salute e per l’ambiente”.

Il vero problema è l’accettazione sociale del fenomeno: “Chi non si è mai fermato ad una bancarella per comprare oggetti simili se non uguali a quelle di marca ma chiaramente falsi? La nostra provincia vanta una storica cultura antirazzista e spesso compriamo per spirito di solidarietà verso questi ragazzi, che, oltre che sfiniti dalla fatica, sono simpatici, molti integrati, godendo anche di molta tolleranza anche da parte delle amministrazioni comunali, dei gestori degli stabilimenti balneari e delle Forze dell’Ordine – conclude Mascardi -. Tutti quei soldi, però, finiscono per alimentare un mercato sommerso che, spesso e volentieri, fa capo ad associazioni criminali. Reprimere è giusto ma non basta e non colpisce nel segno. Questa è una guerra che i commercianti onesti hanno combattuto da soli ma che invece chiede lo sforzo quotidiano di tutti. Una guerra che sarà vinta quando smetteremo di comprare cose di nessun valore, quando compreremo non solo ciò che è bello, ma anche ciò che è giusto. La vinceremo quando la smetteremo di credere che tutti i nostri problemi provengono da questi ragazzi di colore, spesso fuggiti da storie dense di dolore e sofferenza. Loro, prima di tutti sono le vittime inconsapevoli del fenomeno”.

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