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Censura social e mille firme contro il "Cristo Lgbt" a Palazzo Ducale

L'opera è esposta nella mostra "Storytelling" di Giuseppe Veneziano in corso fino al 24 febbraio. Persiani: «L'esposizione resta aperta»

Censura social per un’opera dell’artista Giuseppe Veneziano esposta a Palazzo Ducale a Massa fino al 24 febbraio all’interno della mostra “Storytelling”. Si tratta del “Cristo Lgbt”, postato un paio di giorni fa sulla pagina Fb di Alessandro Bandoni, chef ed ex-presidente della commissione pari opportunità del Comune di Carrara, che si è sempre battuto per i diritti delle minoranze sessuali (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali – lgbt, ndr).

Dopo aver postato l’immagine, in cui si vede il Cristo in croce con un paio di slip leopardati marchiati “Dolce e Gabbana” e con la scritta “Lgbt” al posto di “Inri” il profilo è stato chiuso per un giorno perché «un contenuto potrebbe non rispettare i nostri standard della community» ha scritto Facebook.

Ma non solo: l’opera dell’artista è stata contestata anche con una petizione online per chiedere al sindaco di Massa, Francesco Persiani, di «sospendere la mostra blasfema», che al momento in cui scriviamo ha raggiunto quasi mille firme: «Un’offesa oscena e ideologica – è scritto nella petizione – alla fede e ai sentimenti di milioni di cittadini, al di fuori di qualsiasi valore e significato artistico. Chiediamo al Comune di disporre immediatamente la rimozione dell’opera». Dal canto suo però il primo cittadino ha fatto sapere che «la mostra resta aperta, ma prendo atto della richiesta di questi cittadini, il cui pensiero va rispettato» ha dichiarato Persiani al Corriere Fiorentino.

Sull’argomento è intervenuto anche lo stesso artista, Giuseppe Veneziano, che ha scritto: «Lo so, qualcuno penserà: te le vai a cercare. Se mi viene un’idea per realizzare un quadro che tratta una tematica sociale in cui credo fermamente, che faccio, non realizzo l’opera perché qualche comunità politica o religiosa si può offendere? Se qualcuno si offende mi può solo dispiacere, ma non rinuncio a realizzarla».