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Assenteismo, tra i 26 arrestati il comandante della polizia provinciale e l’autista del presidente della Provincia

Maxi-inchiesta che non ha pari a livello nazionale: 70 indagati. Ecco come agivano

Un terremoto di proporzioni enormi ha colpito il pubblico impiego della provincia di Massa-Carrara. Si tratta di un’inchiesta che non avrebbe pari a livello nazionale quella che riguarda 70 dipendenti pubblici assenteisti della Provincia e del Genio civile, di cui 26 agli arresti domiciliari. L’operazione, chiamata “Assenteisti di provincia”, è durata circa un anno e mezzo ed è stata condotta dai carabinieri col coordinamento del pubblico ministero Roberta Moramarco.

Un dipendente del Genio civile alla falsa timbratura del cartellino

Alle prime ore di questa mattina si è conclusa, da parte dei Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Massa Carrara, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Massa, l’operazione “Assenteisti di provincia”, nei confronti di decine di dipendenti appartenenti agli Enti Pubblici:- Provincia di Massa Carrara e Genio Civile Settori:- Bonifiche e Autorizzazioni Rifiuti – Genio Civile Toscana Nord – Sismica – Servizi Pubblici Locali, Energia e Inquinamento – Servizi Direzionali Organizzazione e Sviluppo Risorse Umane – Autorizzazioni Ambientali.-

L’operazione, che ha visto nella fase esecutiva odierna, l’impiego di centodieci carabinieri e trenta mezzi del Comando provinciale di Massa-Carrara, con il supporto dei colleghi di Viareggio (Lu) e Pisa, ha consentito l’individuazione di settanta dipendenti pubblici che, a vario titolo, hanno commesso, in modo continuativo, numerosi reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio e la fede pubblica. A carico di ventinove di essi sono state emesse ed eseguite misure cautelari personali consistenti nella sottoposizione agli arresti domiciliari, per 26 soggetti, e divieto di dimora nel Comune di Massa per altri tre soggetti. Nello stesso contesto sono state eseguite numerose perquisizioni, sia nel capoluogo apuano sia in Carrara (Ms), Montignoso (Ms), Sarzana (Sp), Viareggio (Lu), Pisa e Firenze con l’acquisizione di numerosi documenti probatori e materiale informatico.

Una delle attività di acquisizione è stata svolta anche presso la sede della Regione Toscana in Firenze così come negli uffici della Provincia di Massa Carrara e del Genio Civile in Massa. All’emissione delle ordinanze richieste dal procuratore della Repubblica Aldo Giubilaro e dal sostituto Roberta Moramarco, concesse dal Gip Alessandro Trinci si è giunti poiché nell’arco temporale andante dal mese di ottobre 2016 al mese di maggio 2018, sono stati accertati complessivamente 4.900 episodi circa di assenteismo da parte di dipendenti pubblici che hanno, con il loro comportamento, sottratto 2600 ore circa di lavoro alla Pubblica Amministrazione, cagionando un esorbitante danno erariale nonché disservizi ai cittadini e nocumento al corretto andamento e buon funzionamento della Pubblica Amministrazione.

In definitiva, l’attività investigativa ha messo in luce l’esistenza di una lunga, consolidata e diffusa prassi di assenteismo ingiustificato, realizzato da numerosi dipendenti pubblici infedeli attraverso un sistematico ed ingegnoso aggiramento delle regole che disciplinano il rapporto di pubblico impiego. Infatti, con artifici di vario titolo, (timbrature omesse, simulate, effettuate in luoghi non autorizzati o tramite familiari o colleghi compiacenti e false certificazioni) gli indagati, in un arco temporale assai significativo e con cadenza quasi giornaliera, si sono assentati, senza giustificazioni, dai luoghi di lavoro, spesso più volte nell’arco della stessa giornata, per svolgere le più disparate attività (consumare cibo o bevande, acquistare generi alimentari, frequentare palestre, effettuare commissioni e acquisti, svolgere attività lavorativa presso esercizi commerciali riconducibili a parenti, accompagnare e riprendere i figli a scuola), dimostrando una spudorata disinvoltura ed una allarmante scaltrezza, oltre che una totale mancanza del senso del dovere e di rispetto per le istituzioni pubbliche.

Ma ciò che ancor più destabilizza e preoccupa è lo spiccato senso di impunità manifestato da coloro che, nonostante i chiari segni di una inchiesta penale in corso, dopo una iniziale limitazione o interruzione dell’attività delittuosa, hanno ripreso con regolarità le loro condotte decettive e truffaldine nei confronti dell’Ente di riferimento.

Il quadro complessivo tratteggiato dalle indagini, è davvero desolante e restituisce uno spaccato impietoso del lavoro pubblico concepito (anche) quale occasione per soddisfare i più eterogenei interessi personalistici a spese dei contribuenti pubblici, interessi che, nella loro attrattività, prevalgono sull’onestà e sul senso del dovere.- Si tratta di una dimensione talmente radicata e pervasiva, quasi culturale e di costume, da giustificare una prognosi di recidiva con un grado di predittività prossima alla certezza.

Non stupisce quindi il fatto che il disvalore della funzione pubblica annovera tra gli arrestati il Comandante della Polizia Provinciale, l’autista del Presidente della Provincia di Massa-Carrara, un messo notificatore della provincia e dieci funzionari della Regione Toscana.
Tra le situazioni illecite, degne sicuramente di nota, si devono evidenziare le seguenti condotte:-
– un dipendente che, con frequenza quasi giornaliera, dopo aver lasciato il posto di lavoro senza timbrare il cartellino, si recava presso il bar/tabacchi di famiglia per effettuare servizio al banco, ai tavoli ed alla cassa, senza alcun timore di essere notato nell’espletamento di tale attività nonostante l’esercizio pubblico venisse frequentato da colleghi e superiori dello stesso, da autorità varie, senza che tale illegale comportamento venisse censurato;
– un dipendente che, al pari del precedente, con frequenza quasi giornaliera, dopo aver lasciato il posto di lavoro si recava presso il tabacchino/rivendita di giornali di famiglia per effettuare servizio al banco, senza alcun timore di essere notato nell’espletamento di tale attività nonostante, anche in questo caso, l’esercizio pubblico veniva frequentato da colleghi e superiori dello stesso, da autorità varie, senza che tale illegale comportamento venisse censurato;
– un dipendente che, al pari dei precedenti, lavorava nell’esposizione/vendita di mobili di famiglia; anche in questo caso l’attività veniva frequentata da colleghi e superiori dello stesso, da autorità varie , senza che tale illegale comportamento venisse censurato;
– un dipendente che, durante l’orario di servizio, risultando regolarmente al lavoro, frequentava una palestra;
– dipendenti che si allontanavano per fare la spesa, andare dal parrucchiere, andare al mercato settimanale del martedì, intrattenersi nei bar per prolungate colazioni, partecipare a SS. Messe, andare al cimitero, accompagnare i figli a scuola ed altro ancora.

Altri dettagli saranno forniti nel corso della giornata.