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«Una sofferenza dimenticata che noi dobbiamo ricordare»

Lo ha detto il sindaco Persiani nel corso del partecipatissimo Consiglio solenne congiunto fra le amministrazioni di Massa e di Carrara

Tanta partecipazione alla celebrazione del consiglio solenne che si è tenuto questa mattina alle ore 10 a Palazzo civico a Massa. L’amministrazione comunale di Massa e quella di Carrara si sono incontrate in sala 10 aprile per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano – dalmata. Eventi che il Parlamento italiano ricorda dal 2004, anno in cui è stato istituito il “Giorno del ricordo” quale solennità civile nazionale da celebrare il 10 febbraio di ogni anno al fine di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. In tutta Italia in questa giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza di questi tragici eventi in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ed è favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende.

Per questa ragioni alle 9 di questa mattina è stata deposta una corona alla targa commemorativa dell’esodo presso l’ex campo profughi di viale Galileo Galilei in Marina di Carrara, mentre alle 10 sono iniziati i lavori del Consiglio solenne con le parole del presidente del consiglio comunale di Massa Stefano Benedetti e quelle del collega di Carrara Michele Palma.

La musicista Elena Cirillo ha intonato l’Inno di Mameli, il sindaco di Massa Francesco Persiani e il sostituto del presidente della provincia Stefano Alberti hanno preso parola. Il sindaco ha ricordato la «sofferenza dimenticata di 350mila persone che hanno dovuto lasciare la loro terra» sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria delle migliaia di «martiri dimenticati per 60 anni. Nostro compito dare giustizia a ciascuna di quelle vittime colpevoli solo di essere italiani». «Noi massesi che abbiamo conosciuto più di altri le barbarie della guerra – ha detto il sindaco – non possiamo dimenticare questa». Alberti ha voluto aggiungere come questo «esodo sia patrimonio di tutti». Molto seguita dalla sala gremita di persone anche la relazione di Matteo Marchini sulla storia degli esuli di Massa Carrara. Sergio Tabanelli, presidente dell’associazione nazionale vittime Giuliano–Dalmata, ha illustrato una relazione sui campi profughi della prima guerra mondiale. Saltato l’intervento di Pierluigi Romeo di Colloredo, dopo le critiche sollevate nei giorni scorsi che hanno fatto saltare l’intervento che doveva tenere in tema di confine orientale. Dopo la lettura della poesia dell’esule Luciana Calochira è stato aperto uno spazio per le domande che i ragazzi delle scuole medie e superiori invitati ad assistere alla seduta consigliare hanno potuto porre al cavalier Vittorio Miletti, testimone esule di Fiume.