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«Gli autobus vanno a fuoco e loro vendevano i pezzi di ricambio»

Mannini (Cisl): «Grande rabbia e sconforto, una situazione gravissima. Non ci resta che attendere il termine delle indagini della Procura»

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«Ieri mattina grande sconcerto tra tutti i dipendenti della Ctt Nord. Tantissime auto delle forze dell’ordine all’interno del deposito di via Catagnina, un via vai di gente sconosciuta alcune delle quali con la pettorina della polizia, colleghi dell’officina che entravano scortati da agenti in borghese e altri portati via sulle auto civetta». Si apre così l’intervento di Luca Mannini, segretario della Fit-Cisl di Massa-Carrara, sulla vicenda che riguarda 14 addetti della Ctt Nord che rubavano gasolio, pezzi di ricambio di autobus e attrezzi, denunciati ieri dopo il blitz di polstrada e finanza.

I vigili del fuoco e sullo sfondo il bus incendiato

«Una situazione – prosegue – surreale per tutti i dipendenti che non sapevano e non comprendevano ciò che stava accadendo. A 24 ore di distanza c’è ancora tanta incredulità ma inizia ad emergere anche tanta rabbia. Una situazione difficile da commentare anche a livello sindacale. Per me che scrivo i dipendenti coinvolti sono colleghi che conosco da anni. Le accuse ai dipendenti CTT coinvolti ci hanno lasciato basiti specialmente in un contesto aziendale in cui autisti e utenti hanno quotidianamente a che fare con bus vecchi che si guastano continuamente durante il servizio. Bus vecchi che lasciano a piedi la gente e che creano disagio agli autisti che li guidano».

«Lo sconforto tra i conducenti è grande – afferma Mannini – Sentir parlare di compravendita di pezzi di ricambio di autobus dopo che per anni hanno vissuto nell’arrabbiatura perché non venivano sostituiti componenti dei bus per migliorare la qualità di guida o salvaguardare la propria salute è di una gravità assoluta. Senza contare che l’azienda sta facendo largo uso di subappalto delle linee proprio per la carenza di bus idonei al servizio. Nello stesso tempo grande apprensione per i colleghi coinvolti e le loro famiglie. Insomma pensieri e umori contrastanti».

«A questo punto – conclude il segretario – non ci resta che attendere il termine delle indagini della Procura sicuri che questa accerterà le giuste responsabilità a chi di dovere. Da parte nostra rimaniamo nella speranza che il tutto si ridimensioni, che la posizioni dei colleghi coinvolti possa alleggerirsi o del tutto risolversi per il meglio e che si possa tornare tutti quanti alla normalità quanto prima».

(foto: repertorio)

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