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Porto, Legambiente: il Comune deve riappropriarsi della pianificazione costiera

"Partendo, comunque, dalle scarne notizie apprese ci limitiamo pertanto a evidenziare alcune criticità del nuovo accordo di pianificazione".

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Legambiente esprime anzitutto apprezzamento per la decisione dell’Amministrazione comunale di abbandonare, attraverso un nuovo accordo di pianificazione, il vecchio progetto di ampliamento del porto, sostenuto fino ad ora dall’Autorità Portuale e dalle passate amministrazioni.

Proprio per dare sostanza a questa scelta riteniamo però indispensabile l’avvio immediato di una revisione radicale dell’attuale Piano Strutturale, adeguando gli strumenti urbanistici a un’idea di porto ricompreso entro gli attuali limiti fisici. Ricordiamo, infatti, che il vigente Piano Strutturale, contemplando una UTOE 1 (“Porto”) che si estende dalla Caravella alla foce del Lavello, non consente, ad esempio, la previsione (e l’eventuale successiva realizzazione) del parco lineare costiero tra Carrione e Lavello.

Occorre intervenire anche sul nuovo POC (il cui iter è ancora in corso) poiché prevede un ambito portuale abnorme, che include addirittura un vasto braccio di mare (ben oltre le attuali infrastrutture portuali), la foce del Carrione e il tratto di costa a sud fino alla foce del Lavello.

Il primo passo da compiere è dunque una revisione degli strumenti urbanistici che mostri, nei fatti, la volontà del comune di riappropriarsi della pianificazione del territorio costiero, lasciata finora all’Autorità portuale, subordinando in tal modo la vivibilità di Marina e le funzioni urbanistiche (residenziali, turistiche, economiche) agli interessi portuali.

Poiché, al momento, non sono noti i contenuti di dettaglio né le specificità tecniche e metaprogettuali del nuovo accordo di pianificazione, non abbiamo la possibilità di comprenderne appieno le novità. Per questo, chiediamo che tale accordo venga reso pubblico, corredato anche da una cartografia esplicativa: solo in questo modo sarà possibile una partecipazione consapevole e documentata, fin dalle fasi preliminari.

Prima criticità: foce del Carrione e nuovo accesso portuale
Partendo, comunque, dalle scarne notizie apprese ci limitiamo pertanto a evidenziare alcune criticità del nuovo accordo di pianificazione, evidenti se raffrontate alla nostra proposta di Water Front, recentemente presentata al pubblico.

La nostra proposta prevede la riqualificazione paesaggistica-ambientale della foce del Carrione, con un suo sostanzioso ampliamento a 120 m (esteso anche al ponte ferroviario) e la rimozione dell’attuale ponte sul lungomare, sostituendolo con una nuova infrastruttura viaria di accesso unico al porto (su ponte sopraelevato e a campata unica, quindi senza piloni in alveo) a nord del torrente.

Si interverrebbe cioè sostanzialmente sull’area di foce, eliminando le due strozzature idrauliche adiacenti (ponte ferroviario e stradale), riducendo in maniera sovrabbondante il rischio idraulico e riqualificando l’area dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.

L’accordo di pianificazione, invece, conformemente al vecchio progetto del Lotto 1 redatto dall’Autorità Portuale, sembra prevedere, oltre al mantenimento delle due strozzature idrauliche, ulteriori e diverse opere infrastrutturali sulla sponda sud del Carrione (nuovo raccordo e nuova rotatoria per l’accesso al porto) ed il tombamento (di fatto) della foce, conseguente alla prevista realizzazione del terzo ponte a quattro corsie per il nuovo ingresso al porto, che si affiancherebbe al ponte ferroviario esistente.

Sebbene ci venga assicurato che le opere saranno dimensionate per far fronte alle portate di piena cinquecentennali, va tenuto presente che i calcoli prendono in considerazione le sole portate liquide: non contemplano cioè né le portate di fondo (detriti solidi provenienti dal monte) né quelle flottanti (alberi trascinati in alveo dalle frane).

In ogni caso, è indubbio che la soluzione da noi proposta fornirebbe margini di sicurezza incomparabilmente superiori a quelli forniti dall’accordo con l’Autorità portuale. In considerazione di ciò e del prevedibile intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, ci auguriamo un ripensamento dell’amministrazione su una scelta che potrebbe rivelarsi poco lungimirante.

Seconda criticità: Parco lineare costiero
Come sottolineato in apertura, è necessario l’intervento tempestivo dell’Amministrazione per sottrarre al Demanio portuale la fascia compresa tra le foci del Carrione e del Lavello, prerequisito indispensabile per la creazione del parco lineare costiero.

Nella nostra proposta è un parco “leggero” con fasce di vegetazione parallele alla linea di costa secondo le successioni naturali proprie di ambienti marini di costa bassa (quali gli habitat dunali, retro-dunali e di macchia mediterranea), dotato di percorsi pedonali, piste ciclabili, aree di sosta, belvedere sul mare e piccoli spazi di ristoro-relax, riqualificando alcune strutture già presenti.

Dall’accordo di pianificazione sembra di capire che si prevedano volumetrie commerciali, o assimilate. La nostra preoccupazione è che si intenda proseguire, almeno in parte, sulle previsioni terrestri di nuova edificazione del “cancellato” porto turistico a sud del Carrione. Chiediamo quindi all’Ammi­ni­strazione di fare chiarezza sulla reale destinazione di questo tratto di affaccio al mare.

Necessità di partecipazione ampia e informata
Anche per la “nuova darsena” di cui si parla nell’accordo di pianificazione non è stata presentata alcuna carta, nemmeno a livello di schizzo. Si tratta di una omissione di rilievo poiché non consente di valutare eventuali rischi, ad esempio di accentuazione dell’erosione costiera, soprattutto nel caso in cui l’intento fosse quello di proseguire in linea retta il piazzale Città di Massa, costeggiando il Carrione.

Apprezziamo la volontà dell’Amministrazione di far precedere qualsivoglia intervento sulla foce del Carrione da una valutazione tecnica del rischio idraulico. Chiediamo, però, che tali studi siano compiuti da tecnici di fiducia del Comune e non dell’Autorità portuale, per evitare evidenti conflitti di interesse.

In conclusione, ribadiamo la necessità di rendere pubblico il nuovo accordo di pianificazione, anche per consentire una reale e proficua partecipazione della cittadinanza al processo decisionale su una scelta urbanistica che segnerà certamente l’immagine della città negli anni a venire.

Chiediamo pertanto che tutti gli atti siano resi pubblici fin d’ora: è infatti essenziale che l’indi­viduazione di potenziali conflitti avvenga nelle fasi preliminari di pianificazione e progettazione. Ciò consentirebbe, infatti, di apportare gli opportuni correttivi, prevenendo l’esplosione dei conflitti e il conseguente rallentamento dell’iter, che diverrebbe inevitabile se i cittadini fossero messi di fronte a un progetto già compiuto.

Legambiente Carrara

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