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«Assessore, stop al taglio dei pini e nuovi alberi al posto delle palme»

Legambiente Carrara scrive all'assessore ai lavori pubblici Andrea Raggi: «Terribile errore distruggere il valore identitario e paesaggistico di queste alberature»

Legambiente Carrara rivolge l’ennesimo appello all’assessore ai lavori pubblici Andrea Raggi per fermare il taglio dei pini in viale Colombo e per sostituire le palme recentemente piantate con esemplari giovani di pini. Riportiamo di seguito la lettera firmata dalla presidente di Legambiente Maria Paola Antonioli.

Gentile assessore,
apprendiamo da notizie di stampa che lei intende procedere, a breve, al taglio di altri 10 pini su viale Colombo. Come abbiamo già sottolineato in passato, si tratta di una scelta non meditata, non opportuna (in quanto si tratta di alberi sani, non malati o pericolanti) e non condivisa con la popolazione della zona.

Nel nostro documento “Tagliare i pini o riqualificare le nostre alberature stradali?”, inviatole nell’agosto scorso e che intendiamo presentare prossimamente alla cittadinanza, le esponevamo le ragioni per cui la presenza dei pini in viale Colombo rappresenta un segno identitario, che deriva da profonde radici storiche e fitoclimatiche.

Le pinete litoranee, infatti, originariamente piantate in epoca romana per ricavarne legname da navi, utilizzate poi nelle fasi di bonifica come fascia di protezione delle colture agrarie retrostanti, e sfruttate in seguito per l’industria dei pinoli, hanno costruito nei secoli un paesaggio vegetale nel quale le comunità delle aree litoranee toscane (e adriatiche) hanno finito per identificarsi.

Oggi la copertura complessiva a pinete in Italia è stimata in circa 20.000 ettari, più della metà dei quali sono in Toscana (13.000 ettari). Per i turisti che scendono dall’Europa, le prime pinete incontrate sono dunque quelle toscane.

Le alberature stradali a pini sono pertanto un modo eccellente per comunicare in maniera immediata ed efficace questa identità culturale e paesaggistica. I pini di viale Colombo, infatti, dicono al turista che sta entrando nel cuore (la Toscana) della patria (l’Italia) del pino domestico (non per nulla chiamato anche Pinus italica).

Riteniamo perciò un terribile errore distruggere il valore identitario (oltreché paesaggistico) rappresentato da questo tipo di alberatura. Anzi, logica vorrebbe che nuovi pini giovani venissero messi a dimora in sostituzione delle attuali palme Washingtonia, come da noi richiesto nel documento inviatole.

Una volta risistemato il marciapiede, per contrastare in futuro il sollevamento delle radici dei pini e il dissesto della copertura, riteniamo necessario che su tutto il viale Colombo, sia vietata la sosta delle auto e venga allargata generosamente l’aiuola continua longitudinale: ciò eviterà la pressione sull’apparato radicale e il conseguente dissesto del marciapiede; quest’ultimo, sia pure ristretto, resterà comunque sufficientemente ampio per il passeggio pedonale.

Parecchia perplessità desta poi la sua intenzione di impiantare platani lungo viale Vespucci. È noto, infatti che il platano non sopporta bene l’aerosol salmastro, come evidenziato anche dall’aspetto sofferente della maggior parte degli esemplari che sono presenti su tale viale. Suggeriamo, come scelta più idonea, la tamerice, che lungo il mare ha il suo habitat, è presente lungo tutto il litorale apuoversiliese e, se lasciata crescere evitando improvvide capitozzature, ha un aspetto gradevole.

Nell’analizzare alcune delle alberature cittadine per la redazione dello studio citato, sono emerse, inoltre, problematiche varie che riguardano la condizione e la gestione del nostro patrimonio arboreo. È urgente dunque una totale riprogettazione non solo delle alberature stradali, ma di tutto il verde urbano, accompagnata da una saggia pianificazione che sappia riqualificarlo in maniera non traumatica, con interventi mirati e graduali (sostituzioni, abbattimenti) da attuarsi nel corso di decenni.

In conclusione le chiediamo:
• di rinunciare al taglio dei pini in viale Colombo;
• di prevedere la sostituzione delle palme Washingtonia, messe a dimora, con pini giovani;
• di predisporre un piano del verde urbano ricorrendo ad esperti di professionalità particolarmente elevata;
• di attivare immediatamente la formazione permanente del personale addetto alle potature e alla manutenzione del verde pubblico.

Ci auguriamo che la ragionevolezza di quanto esposto, possa farla riflettere e spingerla a riconsiderare delle scelte nate più da esigenze estemporanee (marciapiedi dissestati) ed emotive che da studi organici e scientifici.