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«Un assessore alle opere incompiute». Il progetto di Domenichelli per Fivizzano

Il candidato a sindaco del centrodestra risponde alle domande della Voce Apuana: «Faciliteremo in tutti i modi gli agricoltori, gli allevatori e le imprese che vorranno stanziarsi sul nostro territorio»

L’intervista di oggi della Voce Apuana è ad Alessandro Domenichelli, candidato a sindaco per il comune di Fivizzano (Massa-Carrara) in vista delle elezioni amministrative del prossimo 26 maggio. La sua lista è “Alternativa per il Futuro” ed è sostenuta dai partiti di centrodestra.

Innanzitutto chi è Alessandro Domenichelli e cosa fa nella vita?
«Sono nato a Fivizzano l’8 giugno 1977. Nel 1996 mi sono diplomato al liceo scientifico di Villafranca “Leonardo da Vinci” e nel 2000 mi sono laureato alla facoltà di Economia aziendale presso l’Università degli Studi di Parma, con votazione 110 su 110 e lode. Ho iniziato la mia carriera lavorativa nel privato, lavorando all’ufficio commercio con l’estero presso la ditta Cerve Spa, ramo della Bormioli Rocco. Nell’anno 2001 ho conseguito il master in diritto e pratica tributaria e sono stato assunto all’ufficio tributi del Comune di Fivizzano. Il 15 gennaio 2003 ho vinto il concorso presso il comune di Filattiera e sono diventato responsabile prima del settore finanziario e poi anche del settore affari generali. Nell’anno 2006 vengo nominato responsabile dell’ufficio finanziario della Comunità Montana della Lunigiana e ho svolto diversi incarichi di collaborazione presso il Comune di Tresana e nel 2013, come responsabile della funzione associata della Tassa smaltimento rifiuti, ho coordinato il passaggio da Tarsu a Tares per tutti i comuni dell’Unione stessa. Da diversi anni sono membro del Consiglio della Regione Toscana dell’Associazione Nazionale ufficio tributi enti locali e svolgo docenze presso altri enti con la ditta Studio K di Reggio Emilia e sono attualmente responsabile dell’ufficio tributi del Comune di Aulla».

Che cosa l’ha spinta a candidarsi?
«Può sembrare scontato, ma l’amore per il mio Paese, il desiderio di fare qualcosa per restituire speranza in un futuro compromesso dall’apatia, dalla rassegnazione, dall’individualismo esasperato che cerca protezione all’ombra del potente mentre tutto il resto muore. Dovevo offrire ai miei concittadini l’esperienza professionale maturata in tanti anni di amministrazione pubblica, la mia volontà, il mio impegno appassionato, per concorrere a cambiare un sistema di potere che non produce ricchezza, ma solo clientelismo per pochi. Ho un programma condiviso con il territorio e un’ottima squadra. Vi erano tutte le condizioni per provare questa esperienza e chiedere il consenso ai cittadini».

Perché i cittadini di Fivizzano dovrebbero votare lei il 26 maggio?
«Perché la mia candidatura interpreta nel modo più credibile l’ansia di cambiamento che pervade la stragrande maggioranza della popolazione e si respira in tutto il territorio. Giovani preparati, meno giovani con esperienza, tutti con un denominatore comune: cambiare le cose in questo Paese. Sia chiaro, non per ripicca, non per rancore, non per vendetta, ma perché tutti possano trarre vantaggio da una linea politica ispirata a creare lavoro valorizzando le numerose risorse del nostro territorio. Il nostro programma è stato scritto con i cittadini, siamo una lista libera da influenze politiche e questo ci permetterà di puntare ad obiettivi solo ed esclusivamente nell’interesse dei cittadini».

Qual è il problema più grande del suo comune?
«Lo spopolamento del territorio. È triste constatare l’abbandono delle Frazioni, soprattutto quelle più periferiche. Purtroppo non si tratta di una mobilità circolar all’interno del nostro Comune, ma una vera e propria emigrazione in particolare verso la costa. Il calo demografico è costante con un trend annuale negativo di circa 180 unità. Se ne vanno i giovani in cerca di lavoro per formarsi una famiglia; se ne vanno i genitori con i figli in età scolare, per farli crescere in un mondo che offrirà loro servizi e lavoro per una vita migliore. A fronte di tale emergenza sociale dovremo agire sulle cause che la determinano. Tre sono i settori fondamentali su cui intervenire con priorità: servizi, infrastrutture, lavoro. Interverremo subito in difesa dei nostri servizi essenziali: sanità e scuola, per troppo tempo dimenticati».

Qual è la sua ricetta per sviluppare il lavoro nel territorio del suo comune?
«Le opportunità di lavoro trovano riscontro nella vocazione particolare del territorio, occorre individuare i fattori che la determinano e intervenire per valorizzarli. Ma non è sufficiente perché se così fosse sarebbero molte le opportunità di lavoro offerte dal settore agro-alimentare, zootecnico e forestale che è poco definire inespresse nella loro compiutezza. Così pure potremo chiederci perché Equi Terme che io definisco “un museo a cielo aperto” non beneficia di un flusso turistico costante, portatore di ricchezza, per le sue bellezze naturali che ne caratterizzano il paesaggio, per gli escursionisti, gli arrampicatori, per gli appassionati delle vacanze all’aria aperta amanti delle eccellenze enogastronomiche che certo non mancano a Equi come a Vinca e a Sassalbo. Faciliteremo in tutti i modi gli agricoltori, gli allevatori e le imprese che vorranno stanziarsi sul nostro territorio. Apriremo un ufficio per sbrigare le pratiche di accesso ai bandi comunitari, in modo che i contributi arrivino effettivamente a chi lavora in quel settore».

Altro argomento molto sensibile in questo periodo per i cittadini è quello della sicurezza pubblica: sono stati molti i vandalisimi e i furti segnalati in diverse zone della Lunigiana. Nel suo comune com’è la situazione ed eventualmente come si dovrebbe intervenire per garantire più sicurezza alla cittadinanza?
«In merito alla sicurezza pubblica riteniamo sia necessaria e urgente la collocazione di telecamere per il controllo di tutto il territorio, anche con metodi moderni che si stanno sperimentando nel nord Italia. Ovviamente tutti i dati raccolti devono essere gestiti dalle Forze dell’ordine, il cui lavoro è prioritario ed insostituibile».

Per quanto riguarda le infrastrutture/opere pubbliche, quali sono secondo lei le priorità per Fivizzano? E dove pensa di trovare le eventuali risorse necessarie?
«Innanzitutto occorre terminare le opere incompiute, il palazzetto dello sport, le scuole che stanno enormemente soffrendo per la mancanza di una struttura. Anche la variante di Gragnola la considero tale, occorre reperire le risorse e tempestivamente consentire un’alternativa alla viabilità all’interno del borgo di Gragnola. Nomineremo un assessore ai lavori pubblici, che sarà un tecnico esterno, e lo chiameremo proprio “assessore alle opere incompiute”, perché nei primi anni di mandato si dovrà occupare di tutte le opere lasciate a metà dalle precedenti amministrazioni e delle frazioni che sono state completamente abbandonate, in particolare per quanto riguarda la condizione delle strade comunali e del decoro».

Qual è il suo slogan per convincere i cittadini a votare per lei?
«Impegno e competenza, se vuoi puoi cambiare».

I candidati della lista “Alternativa per il futuro”: Alessandra Biancardi, Antonella Bartoli, Ciro Mastorci, Francesco Duranti, Giorgia Terenzoni, Luigi Carusi, Mattia Cardellini, Michael Santini, Oriano Giovanni Spadoni, Paolo Rossi, Sofia Alejandra Davila, Stefania Baldassari.