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«Cavatori non pagati da 4 mesi. Oltre la sospensione della Focolaccia c’è di più»

Un'interrogazione presentata ad agosto fa luce sulle irregolarità riscontrate alla cava, a 1500 metri di altezza

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Le lavorazioni realizzate presso la cava Piastramarina sono state sospese con l’ordinanza n. 8 del 17 agosto 2019 del presidente del Parco della Apuane, Alberto Putamorsi. L’ordinanza evidenzia, in difformità dalla pronuncia di compatibilità ambientale e dal Nulla osta rilasciato dal parco, azioni che mettono a rischio la cavità carsica dell’area.

Come scritto nei giorni scorsi, la ditta Cave Focolaccia srl aveva ottenuto dall’ente la pronuncia di compatibilità ambientale ( attraverso l’atto n. 2 del 10.04.2017) relativamente al progetto di estrazione del marmo presente nella cava Piastramarina, al passo della Focolaccia, nel Comune di Minucciano, al confine fra la provincia di Massa-Carrara e quella di Lucca. A condizione però che venisse garantita la tutela e la salvaguardia della cavità carsica intercettata nel piazzale a quota 1591.

Le tutele sono venute meno spiegano dal parco, ma gli ambientalisti contestano un passaggio “incompatibile” che sarebbe avvenuto alla base della vicenda, quando nel 2017 il Parco ha rilasciato il Nulla osta per “coltivare l’area” rendendo lavorabile uno spazio che rientrerebbe in quelli indicati come Zps, zone di protezione speciali (Ad oggi sono stati individuati da parte delle Regioni italiane 2335 Siti di Importanza Comunitaria, 2240 dei quali sono stati designati quali Zone Speciali di Conservazione e 613 Zone di Protezione Speciale).

Ad agosto inoltre un’interrogazione presentata nel Comune di Minucciano aveva sollevato diverse altre questioni legate alla gestione della Cava a confine tra le province di Massa – Carrara e Lucca. “La cava di marmo Focolaccia, del bacino Acquabianca, che il Comune ha dato in concessione per nove anni, già dal 04 luglio 2007, prorogata per altri venti anni, fino al 31 ottobre 2036, alla società Cave Focolaccia s.r.l., della quale figura legale rappresentante Obegi Monzer, è ormai notorio che da non pochi mesi versa in cattive condizioni gestionali della produzione per i seguenti motivi: dalla coltivazione, anche in galleria, da diverso tempo, non riescono a ricavare misure idonee ad essere esitate sul mercato di riferimento; i macchinari e le attrezzature versano in cattivo stato d’uso, con efficienza e potenzialità d’intervento fortemente condizionate e ridotte; le undici maestranze da oltre quattro mesi non sono retribuite, peraltro alle stesse non sarebbero stati versati neanche parte dei contributi dovuti. Altresì, per otto di queste, pochi giorni orsono, i sindacati di categoria hanno richiesto alla società l’avvio della procedura di licenziamento per giusta causa, onde consentirle di ricevere tre mensilità di liquidazione e la relativa indennità di disoccupazione”.

A scriverlo in un’interrogazione rivolta al sindaco di Minucciano, Nicola Poli, è Loris Anchesi, consigliere della lista civica “Minucciano per tutti e il territorio”. Nel testo dell’interrogazione si legge inoltre che: “la proprietà è in difetto di corresponsione al Comune del previsto canone d’affitto, da oltre un anno, per un ammontare complessivo di più di 135.000 euro”. Anchesi invita quindi il sindaco a far sapere al più presto ai cittadini: “come intenda tutelare l’ulteriore impiego degli operai interessati, ora seriamente compromesso a dispetto dei famosi 120 posti di lavoro che ha sbandierato e promesso in campagna elettorale; se il credito vantato dal Comune è tutelato o meno da garanzie fideiussorie e di quale natura sono eventualmente le stesse; i motivi e i criteri in base ai quali si è ritenuto di prorogare di venti anni la concessione della cava, quando al momento della stipula della pertinente convenzione, in data 31 gennaio 2017, erano già presenti e percepibili segnali di crisi, desumibili sia dall’ambiente di lavoro sia dal ritardato pagamento del canone d’affitto; se la società abbia adempiuto, nel frattempo, tutti gli obblighi fissati nella convenzione, in particolare quelli riferiti al piano d’investimenti da concretizzarsi durante il periodo della concessa proroga e da illustrare, entro il termine di anni due dalla formalizzazione della convenzione, mediante la presentazione di un analitico e dettagliato piano economico finanziario; quali misure ritenga di mettere in campo per salvaguardare il patrimonio territoriale del peculiare bacino marmifero, attualmente sminuito nel suo valore e nelle sue potenzialità dalle criticità sopra riportate”

A distanza di un mese dalla presentazione dell’interrogazione la sospensione della cava. Le cose potrebbero essere connesse, così come sono connessi i territori di Massa Carrara e Lucca. Uniti attraverso le Alpi Apuane e le concessioni rilasciate per la loro escavazione. La parte massese della cava al passo della Focolaccia era stata caducata x inattività. Poi la caducazione era stata ritirata per “paura di perdere al Tar”, raccontavano gli ambientalisti qualche giorno fa. Alla luce di quanto accaduto a Minucciano, nelle prossime settimane, si potrà capire se i riflessi della sospensione ricadranno anche su Massa.

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