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Azienda non ha soldi per mangime, bovini salvati dai veterinari Asl

L'associazione degli allevatori interviene e fornisce il foraggio per le bestie

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Durante un controllo di routine presso un allevamento di vacche da latte di una cinquantina di capi in comune di Licciana Nardi, i veterinari dell’ASL si sono trovati davanti una situazione molto grave.

A causa delle difficoltà economiche dell’azienda anche legate all’aumento dei prezzi del mangime registrato nel corso degli ultimi mesi, era stata progressivamente ridotta la regolare alimentazione degli animali, rappresentata peraltro da foraggio di qualità scadente. Dapprima era cessata la produzione del latte biologico di qualità, che costituiva il prodotto aziendale, successivamente era seguito il progressivo deperimento degli animali.

I medici veterinari, ipotizzando il maltrattamento degli animali, chiedevano l’intervento dei Carabinieri Forestali. Sul posto si recava la Comandante del Nucleo Investigativo di Massa, che, unitamente al personale delle Stazioni CC Forestali di Fivizzano e di Pontremoli, provvedeva ad acquisire tutti gli elementi per accertare le violazioni di legge e le relative responsabilità.

Si accertava, di concerto con i veterinari dell’Az. USL, che vi erano gli estremi di “maltrattamento degli animali” ai sensi dell’art. 544 ter del c.p. in quanto, i bovini erano mantenuti in condizioni non idonee a causa della evidente e generalizzata denutrizione e debilitazione (stato di cachessia o sindrome da deperimento) in stadi più o meno gravi. Venivano accertate gravi carenze anche sotto il profilo dell’igiene degli animali e del loro ricovero al cui interno è presente un abbondante strato di deiezioni che hanno imbrattato le zampe e l’addome degli animali. L’annessa concimaia straboccava di letame e liquami, che si spandevano anche sui terreni confinanti.

Per quanto sopra, si procedeva al sequestro degli animali; attivandosi presso diverse istituzioni locali si riusciva, grazie al decisivo intervento della locale Associazione Allevatori ad ottenere fin da subito la fornitura di foraggio di qualità, in quantità sufficiente a fronteggiare le prossime esigenze. Su indicazione dei medici veterinari che giudicavano l’operazione eccessivamente stressante in considerazione delle precarie condizione degli animali, si evitava di trasferirli altrove, valutato che nei terreni aziendali vi erano condizioni idonee.

Infine, tamponata la situazione emergenziale, assicurato il ripristino di condizioni idonee al benessere degli animali e date le indicazioni necessarie alla corretta gestione di letame e liquami si nominava “custode”, lo stesso proprietario dell’azienda che si impegnava, visti i supporti ricevuti, a ricondurre la gestione dell’allevamento alla normalità.

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