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Carrarese, il sogno continua: nel segno di un mix perfetto. Da Biasci a Tavano, il segreto dei toscani

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Dici Carrarese e in qualche modo la leghi all’uomo del momento, quel Gigi Buffon che sino a due anni fa circa era al timone della società, non riuscendo però a donarle quel lustro che ci si aspettava dal n.1 nazionale. Mercoledì l’uscita di scena dalla Champions League come Zidane dalla finale dei Mondiali, un rosso e tante polemiche: la Carrarese invece continua il suo sogno, a 52 punti nel Girone A della Serie C, un raggruppamento praticamente dominato dalla Toscana.

Quattro delle prime cinque squadre arrivano da lì, la Carrarese chiude quel quintetto con dieci punti di vantaggio sull’ultima posizione utile per andare ai playoff e altrettanti dalla prima posizione occupata dal Siena. Un mix vincente di giovani talenti ed ex top player, come Ciccio Tavano: l’ex Valencia con 18 realizzazioni è il capocannoniere del Girone, qualcuno in più del classe ’94 Biasci che sicuramente rappresenta uno dei giovani più interessanti non solo della squadra di Carrara, bensì dell’intero raggruppamento.

Non l’unico gioiello della rosa di Firicano, che può contare sulla stellina di Cassio Cardoselli, un centrocampista classe ’98 capace di giocare tanto davanti alla difesa, quanto da interno di centrocampo. Qualità fra i piedi e capacità di interdire, per il prospetto forse maggiore della squadra. Considerata la difficoltà tipicamente italiana, di lanciare giovani talenti nostrani, rappresenta per la Carrarese un fiore all’occhiello del vivaio interno.

Eppure all’estero ciò che noi a 20 consideriamo giovane, da loro è quasi “vecchio”. Sono innumerevoli i casi di minorenni o neo maggiorenni lanciati in prima squadra, alcuni capaci di confermare le attese e reggere la pressione, altri invece bruciati letteralmente dalla luce dei riflettori. A quest’ultimo gruppo fanno parte alcuni passati curiosamente dal Chelsea: Di Santo, Lukaku, De Bruyne tanto per fare qualche esempio. Questi ultimi due in particolare capaci di farsi rimpiangere ancora oggi, a distanza di anni.

L’Arsenal è invece la società regina del settore, nessuno come i Gunners grazie agli oltre vent’anni di gestione del francese Wenger ha saputo lanciare e confermare così tanti giovani del proprio vivaio in prima squadra, collezionando centinaia di presenze. Da Gibbs a Ramsey, sono solo alcuni degli esempi di ragazzi cresciuti a Londra e diventati grandi con la medesima maglia.

Chi sta riuscendo in questo, negli ultimi anni in Italia, è solamente il Milan. Donnarumma, Calabria, Locatelli e per ultimo Cutrone: l’arrivo di Gattuso dalle giovanili ha accentuato l’affermazione dei giovani in prima linea, fondamentale in un momento storica tale per cui la scoperta di talenti interni diventa vitale, quando risorse liquide mancano. Un esempio doveroso da seguire, come per l’Inter, anche quest’anno vittoriosa a Viareggio ed unica italiana nella storia a vincere la Champions per giovani, ma ciò nonostante incapace di lanciare giovani in prima squadra in pianta stabile.

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