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Fondazione, Enrico Isoppi è presidente. Il Comune: «Nomina per nascondere i disastri»

Il vice è Sergio Chericoni. L'amministrazione di Carrara durissima: «La città si aspetta da loro un’azione mirata a fare chiarezza sul quanto compiuto dal 2011 al 2017 quando il patrimonio è passato da 150 a 75 milioni di euro»

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Enrico Isoppi è il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Il suo vice sarà Sergio Chericoni. I due nuovi vertici sono stati votati dal comitato di indirizzo della Fondazione, oggetto negli ultimi giorni di una bufera che ha riguardato l’assenza di una rappresentanza femminile nella misura del 30%. Isoppi, 63 anni, è un medico chirurgo che per diversi anni è stato consigliere comunale a Carrara dei repubblicani. Durante la precedente amministrazione guidata da Angelo Zubbani, era stato presidente della commissione cultura. Il neo presidente prende il posto di Alberto Pincione, anche lui storico repubblicano.

La reazione dell’amministrazione comunale è durissima. Con queste nomine, infatti, ai vertici della Fondazione non siede un rappresentante del Comune, in quanto Isoppi è espressione dell’Accademia di Belle Arti, mentre Chericoni della Camera di Commercio. «Nomine mirate a nascondere i fallimenti del recente passato» affermano da Palazzo civico. Riportiamo di seguito la nota integrale del Comune.

Prendiamo atto con profondo rammarico dell’esito della votazione per il rinnovo dei vertici della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Si tratta a nostro parere di un’occasione perduta per assicurare la guida dell’ente a mani capaci, in grado di fare chiarezza sulla gestione passata e salvaguardare l’esiguo patrimonio rimasto a disposizione. Di più: questa scelta è un’aperta violazione delle norme a tutela delle pari opportunità, calpestate dalla vecchia politica in nome dell’attaccamento alla poltrona. La rappresentanza femminile è stata negata non solo nelle terne proposte e nel comitato di indirizzo, ma anche nel nuovo consiglio di amministrazione dove attualmente siedono solo ed esclusivamente uomini.
Facciamo comunque i nostri auguri al neo presidente e al suo vice: ne avranno un gran bisogno visto che tutta la città si aspetta da loro un’azione mirata a fare immediata chiarezza sul disastro compiuto dal 2011 al 2017 quando il patrimonio della Fondazione è passato da 150 a 75 milioni di euro e le erogazioni dell’ente sul territorio sono scese da 2,5 milioni di euro a poco più di 400mila euro. Escludere l’amministrazione comunale dalla gestione della Fondazione è dunque da leggersi come un deliberato tentativo di voler nascondere i fallimenti che hanno segnato l’ente nel recente passato.

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