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Sciopero marmo, la Cisl si smarca: «Ecco perché non ci saremo»

Lunedì il sindacato non parteciperà alla protesta dei cavatori indetta da Cgil e Uil a cui hanno anche aderito per la prima volta anche gli imprenditori

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«La prima cosa che abbiamo pensato – uno sciopero generale il 1° di aprile – è che si volesse produrre un effetto umoristico, nel senso che si tratta di un paradosso: contraddice cioè l’opinione comune. Cioè il fatto che a Carrara gran parte dell’opinione pubblica pensa che le montagne, escavate da cave ambientalmente voraci, premino pochi con un danno collettivo ambientale enorme. E pure poco lavoro». Inizia così l’intervento di Andrea Figaia della Cisl di Massa-Carrara con cui dice «no» allo sciopero del lapideo indetto per domani, lunedì, a Carrara da Cgil e Uil.

«In primo luogo occorre osservare una strana convergenza di idee tra il ”padronato rosso e storico” ed il movimento sindacale. La proclamazione dello sciopero cioè avviene direttamente dopo la convergenza avvenuta tra il movimento cooperativo e la curiosa ‘triplice alleanza carrarina’, Cgil Uil e Lega dei Cavatori. Lo strano silenzio della Associazione Industriali, che si pronuncia in sordina ma alla fine si pronuncia, fa l’occhiolino a questa serrata; alla fine le cose vanno talmente bene che una giornata di fermo alla fine ci sta pure. Ma la cosa più curiosa è la strana proclamazione di uno sciopero di sistema, cioè tra sindacati e padronati, il giorno dopo delle dimissioni dell’assessore al marmo».

«Ora, siccome non siam foresti – prosegue Figaia – considerato che un buon assessore al marmo val bene un buon assessorato a Massa o Spezia, per il peso specifico e la difficoltà di gestione della materia, ci si può rendere conto che qualcosa di politicamente strano sta accadendo o sta per accadere. Si starà a vedere. Almeno tre sono gli argomenti sul tavolo e da definire: le cause sui beni estimati, il piano regionale cave, il Pabe (piano attuativo di bacino) che doveva esser approvato a giugno 2018 e che deve essere approvato entro giugno 2019 (!). Noi pensiamo che lo sciopero, cioè fare sindacato, non debba essere una attività para, pre o post politica. Consideriamo l’entrata in ambiti partitico un grave errore. Pensiamo che la situazione in città sia asfittica, che manchi aria, e che queste sceneggiate, alla fine, aggiunte alla normale incandescente polemica politica, portino soltanto acqua al mulino di coloro che hanno fatto un mucchio di soldi, con le montagne carraresi: costoro sanno ben difendersi, a Massa, a Genova e se serve anche a Roma. La Cisl ha partecipato a tutti i tavoli a cui è stata invitata sia di livello regionale (tutta la partita della sicurezza sul lavoro in presenza di continui decessi sul lavoro, delle trattative sulla legge regionale sulla cave la n. 35, sul piano paesaggistico, sul piano regionale cave, sull’impatto ambientale picchi e cime ecc) portando un contributo di idee e di contenuti. Ci è stato chiesto di partecipare invece a cose fatte allo sciopero dovendo per forza aderire a decisioni già prese da altri senza un confronto. Persino il volantino era già fatto e non modificabile».

«Il giorno dopo dello sciopero, le gravi o gravissime difficoltà politiche sui tre temi elencati ( non dimentichiamo che negli ultimi anni si sono anche verificate gravissime violazioni della sicurezza del lavoro, con infortuni continui anche spesso mortali ) saranno ancora lì . E quindi? Ci sembra anche grave la la mancanza di interlocuzione con la Regione come se fosse un corpo estraneo. Ha invece importanti funzioni da sfruttare per il territorio con azioni e comportamenti. Sembra quindi una scappatoia o una fuga. La Cisl e la Filca Cisl Toscana nord sono disponibili a riprendere una trattativa in ogni sede forti delle proprie idee riguardanti la filiera del marmo, la ricaduta occupazionale, la sicurezza sul lavoro, la salvaguardia ambientale delle montagne compatibile con l’escavazione, l’investimento in centro Città da parte di chi escava e di chi più ricava con l’apertura di show room del marmo ecc. Era lol o più dignitoso fare il corteo finale in piazza del Comune invece che a San Martino. Più facile prendersela con i lavoratori dell’Ufficio marmo anziché con la ‘nuova’ giunta? Questo strappo sindacale unilaterale (da parte di Cgil e Uil) ed inspiegabile non potrà non avere ripercussioni sulla attività sindacale unitaria nel territorio. La Cisl non sciopera a queste condizioni. No, noi no».

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