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Chiusura Marmotec, Marchini: "Una resa senza condizioni"

"Dai dirigenti incaricati di rilanciare una società in affanno ci si aspettava di più che la liquidazione"

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Una “resa senza condizioni”: così Lorenzo Marchini definisce l’annuncio della dismissione di Carrara Marmotec a Verona: “La dichiarazione di quest’eutanasia segna la conclusione di un processo che metteva il territorio al centro dell’attenzione nazionale e internazionale di un comparto (quello della pietra) che ha ancora in Carrara, con le cave e le sue aziende, un riferimento solido,” si legge nella nota.

“È un impoverimento della città e del territorio. Il palcoscenico dell’annuncio è stato scelto perché lontano dal contesto territoriale che avrebbe invece diritto di conoscere “prima” come e perché si chiude una manifestazione storica e non di leggerne “dopo” sulla stampa. Sbagliata perché quando si fanno scelte così pesanti, per il presente e per il futuro, occorre avere il coraggio di assumersene tutte le responsabilità a partire dagli amministratori 5 Stelle presenti all’annuncio per legittimarlo, ma penosamente defilati in ultima fila.”

“Se la manifestazione “era morta”, come sottolineato crudamente, sarebbe bene interrogarsi sui perché (che sono tanti) e sulle cause che sono ancora peggiori. Una riflessione che dovrebbe coinvolgere tutti: politica, imprenditori, istituzioni, associazioni e singoli cittadini. Si, anche i cittadini visto che si parla tanto di partecipazione e condivisione. Chi oggi plaude al “modello diffuso” forse dimentica, o proprio non sa, che una manifestazione espositiva porta fatturato diretto a chi organizza e indotto sul territorio, perciò pensare di trasformare CarraraMarmotec in un evento ancora non definito suona irriverente verso chi ascolta oltre che superficiale per chi lo annuncia”.

“È chiaro, infatti, che restringere l’accesso alle opportunità che offre una fiera a pochi grandi player, che accolgono comunque gli ospiti nelle loro sedi, escludendo di fatto le piccole aziende, avrà conseguenze pesanti nel breve e nel lungo periodo. La partita delle fiere si gioca, oltre che sugli espositori, anche sulle “ricadute”: terziario, allestimenti, servizi, ospitalità e, in un territorio disastrato, sarebbe bene tenerne conto. Forse un confronto aperto e serio con tutte le componenti della comunità locale avrebbe avuto un senso. Forse è stato fatto, ma in qualche stanza con pochi posti a sedere.”

“Forse ne sapremo di più dopo la solita riunione semicarbonara già indetta per l’11 ottobre con la solita compagnia cantante. Andava fatta prima. Forse sarebbe stato corretto dire, già due anni fa, che una manifestazione con le caratteristiche di CarraraMarmotec non aveva futuro, ma aprendo una riflessione seria. Abbiamo letto invece di risultati fantasmagorici che rassicuravano e facevano sperare: che cosa è successo negli ultimi tre mesi?”

“Ritengo sia evidente che le conseguenze ci saranno anche per i bilanci di IMM/CarraraFiere perché mancherà un introito cospicuo che non è generato solo dalle aziende locali perché gli espositori non sono tutti apuani. Lascio ad altri le analisi socioeconomiche del caso ma stiamo parlando di una società che, non dimentichiamo, in tempi gloriosi, quando tutto andava bene, ha fatto ricorso alla cassa integrazione. In attesa di avere numeri veri su ricavi e utili delle ultime edizioni di CarraraMarmotec e di sapere da quale posta di bilancio arriveranno i fantastiliardi da investire su un evento “sostitutivo” è legittimo chiedersi: saranno serate con mangiafuoco e saltimbanchi o si scalerà su una rassegna di complessini folk in piazza Alberica?”

“Chi avrà pazienza forse lo leggerà in un depliant con roboanti frasi in inglese tutte da tradurre in azioni concrete e da valutare seriamente nei numeri. Da superdirigenti lautamente ricompensati per rilanciare una società in affanno ci si aspettava di più e di meglio che non la liquidazione di CarraraMarmotec. Ora è lecito aspettarsi una seria e coerente assunzione di responsabilità, perché la saggezza antica dice che chi ha fatto i funerali non celebra i battesimi”.

“A saper leggere in controluce certe dichiarazioni e programmi elettorali era, e resta, evidente che la sorte era già segnata e i “soci” attuali pagano il banco elettorale giocando una palla avvelenata. Mi auguro che CarraraMarmotec sia un caso tanto negativo quanto isolato ma la china imboccata delle “dolorose dismissioni” è pericolosa. Ne riparleremo sicuramente, purtroppo,” conclude il comunicato.

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