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«No alle cave chiuse. Marmo strategico». Caterpillar e camionisti preoccupati

Brenna (Cgt): «Preoccupati dal rallentamento degli investimenti nel lapideo che blocca anche la ricerca e l'occupazione nell'indotto»

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“La situazione relativa alla temporanea chiusura di alcuni siti produttivi rappresenta per la nostra azienda fonte di grande preoccupazione; il rallentamento nelle politiche di investimento delle imprese operanti sul territorio apuo-versiliese è già evidente e qualora il numero dei siti “bloccati” dovesse aumentare il calo di opportunità per le aziende del comparto diventerebbe veramente notevolissimo” così Giorgio Brenna, Direttore Generale Operativo di CGT, commenta la mobilitazione che domani, Lunedì 1 Aprile, interesserà il settore lapideo di Massa Carrara e della Versilia.

“CGT nel 2018 ha fatturato circa 440 milioni di euro, 340 dei quali generati dalla vendita di prodotti e servizi dedicati al mondo del movimento terra che comprende il settore delle costruzioni, incluse le grandi opere e infrastrutture, oltre a quello delle cave. In questo contesto- spiega Brenna – , da sempre il settore lapideo in generale e il distretto Apuo-Versiliese in particolare ricoprono un’importanza strategica per CGT, rappresentando una componente rilevante fatturato aziendale. L’apprezzamento internazionale per il marmo, genera da sempre una ricaduta economica positiva sulla provincia di Massa Carrara e sulla Versilia”

“Infatti – continua Brenna – il circolo virtuoso che si viene a generare, porta le imprese del settore lapideo ad aumentare gli investimenti in macchinari e tecnologia al fine di rendere il ciclo produttivo più sicuro ed efficiente. CGT è un interlocutore privilegiato in tal senso, offrendo la più ampia gamma di pale gommate appositamente progettate, sviluppate e realizzate da Caterpillar per la movimentazione dei blocchi di marmo, oltre che molteplici soluzioni per l’escavazione”.
“Per questo auspichiamo una rapida soluzione dei problemi in essere, nel pieno rispetto delle regole ma non perdendo di vista l’importanza che questo settore ha, non solo per il territorio, ma per l’intera economia nazionale” conclude il Direttore Generale Operativo di CGT.

I CAMIONISTI: «SE SI FERMANO LE CAVE SI FERMA TUTTO»
“Quando dei lavoratori si fermano e fanno sciopero il primo dovere di tutti è ascoltarne le ragioni. Noi abbiamo letto le motivazioni per cui i cavatori hanno indetto una giornata di mobilitazione per lunedì 1 aprile e le condividiamo. Chiedono più lavoro e più sicurezza e temono che l’attuale incertezza che grava sul mondo del lapideo avrà gravi ripercussioni occupazionali e quindi sociali. Anche noi camionisti abbiamo le stesse preoccupazioni” così Cesare Pilli, presidente del Consorzio Autotrasportatori Marmo e Affini e presidente del settore autotrasportatori della Confartigianto, spiega la posizione dei camionisti sullo sciopero del marmo.

“Solo a Carrara noi come Consorzio – spiega Pilli – contiamo circa 80 ditte di trasporto legate alle cave con almeno 150 occupati. Se togliamo l’ossigeno del lapideo tanti dei nostri associati saranno costretti a chiudere e tante famiglie si ritroveranno senza un reddito. E questa è una eventualità che va evitata”.

“L’escavazione e la lavorazione del marmo – spiega Pilli – sono una fonte di ossigeno per le imprese e l’occupazione in tutta la nostra provincia, e quindi è ovvio che se si chiudono le cave sarà un disastro non solo per i cavatori, ma anche per tanti altri. Il lapideo non va visto come un’isola, ma come un centro da cui si irradiano altri centri. Se si lavora al monte, si lavora al piano il che significa che lavorano le ditte delle indotto, ma anche il settore del commercio, dei pubblici esercizi, degli artigiani”.

“E’ necessario restituire un clima di serenità e certezza a tutto il mondo del lapideo, perché nel dubbio su cosa potrebbe avvenire nelle prossime settimane nessuno avrà voglia di investire e programmare e questo alla fine comporterà un danno non solo alle imprese ma anche a tutta Carrara” conclude Pilli.

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