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A scuola di aerografo dal professor Muzio, dove s’impara facendo

L'artista si confessa: "Ho un sogno: collocare le mie opere in formato più grande nei luoghi d'arte della città"

Avevamo scritto in passato di come la città di Carrara celasse al suo interno una rosa di botteghe e atelier nascosta come la perla nel ventre molle dell’ostrica; la casa-museo del professor Sebastiano Muzio, noto pittore carrarese, ne è un esempio. Oltre allo studio dove il docente lavora e impartisce lezioni di aerografo, l’intera casa è abbellita dai suoi lavori: tele dai colori contrastanti, sulla cui superficie un ovulo sorge come un sole tra i grovigli di resina.

È appena cominciata la stagione dei corsi di aerografia, una raffinata tecnica che con una penna laser consente di decorare le superfici più eterogenee, dalle torte ai caschi per moto: “Il professor Muzio è considerato il massimo esponente italiano di quest’arte – afferma Lucio Caroni, allievo venuto da Terni – per questo ho scelto lui.” Nonostante Caroni abbia interrotto gli studi di disegno al conseguito della maturità artistica, dopo pochi giorni di corso è già in grado di eseguire con l’aerografo lavori di una certa complessità, come il dettaglio della michelangiolesca “creazione dell’uomo” cui si sta dedicando. Agli apprendisti non è richiesto alcun titolo di studio o competenza di base.

“Non insegno solo questa tecnica – precisa Muzio – che non considero arte, beninteso, bensì alto artigianato; impartisco anche lezioni di anatomia, disegno e storia dell’arte. Porto i miei allievi agli Uffizi, perché possano comprendere le opere”. Il professore ha insegnato nei licei di Genova e Carrara. “Ho fatto consulenze per Gucci e ricevuto proposte da altre aziende, ma non rinuncerei mai alla mia libertà”.

Le vignette satiriche di Muzio vengono pubblicate su “La Nazione”, i suoi ritratti di noti personaggi apuani sono raccolti in un libro: “Personaggi apuani di ieri, oggi, domani”. Le sue opere di maggior spessore sono però i dipinti: partendo dall’arte informale europea, l’artista ha sviluppato una sua peculiare cifra stilistica. “Ho un sogno: inserire le mie opere in formato più grande in alcune zone d’arte di questa e altre città toscane, dal lungomare a piazza Alberica,” confessa il pittore.