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Fiocco azzurro per il piccolo Alessandro, nato in casa a Carrara

La gioia dei genitori, l'esercente Andrea Fusani e l'ostetrica Paola Cocchiararo: "Bellissima esperienza"

Fiocco azzurro per Andrea Fusani, gestore del bar Fuori Porta e critico d’arte, e Paola Cocchiararo, ostetrica: il piccolo Alessandro, tre chili tondi, è venuto alla luce nella loro casa di Carrara alle 07:30 del 23 gennaio. Risulterà dunque nato a Carrara, a differenza dei suoi compaesani nati dai primi anni 2000 in poi, quando il punto nascite è stato spostato al NOA.

“È nato il giorno del mio compleanno – ha commentato la sua mamma, Paola – “un vero regalo. Dopo il mio ultimo figlio credevo che non avrei mai avuto un parto così bello, e invece questo è stato anche migliore, più veloce, sereno: la cosa più naturale del mondo. È splendido poter vivere un’esperienza simile con i propri familiari.”

“Ho fatto appena in tempo a chiamare l’ostetrica, il bimbo è nato poco dopo il suo arrivo. Naturalmente eravamo attrezzati per il parto in casa, e l’andamento tranquillo e sicuro della gravidanza lo ha consentito. Avevo già fatto quest’esperienza col mio primo figlio maschio, Augusto, dunque stavolta eravamo più preparati. Ho avuto la collaborazione delle mie colleghe ostetriche.”

Il parto in casa, secondo Paola, non è per tutte, ma dovrebbe essere un’opzione praticabile dalle donne, se ben informate e accuratamente assistite: “La casa è un ambiente più sereno, ma oggi il parto in casa fa molta paura. Un tempo era una pratica diffusissima, ma tanti aspetti della gravidanza erano sconosciuti e si correvano molti più rischi. Servono innanzitutto almeno due ostetriche. Bisogna conoscere i fattori di rischio prima del parto e durante l’insorgere del travaglio. La selezione delle mamme che possono avere accesso a questa pratica si fa in gravidanza. L’ostetrica dovrà conoscere la futura mamma a livello globale, inclusa la sua storia familiare. Ovviamente sto parlando di una possibilità di scelta, non voglio certo dire che non si possa partorire in ospedale! Nel mio caso, le mie competenze professionali mi hanno senz’altro aiutata: ero io stessa a dare indicazioni…”