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«Bilancio troppo prudenziale». De Pasquale: «Carrara è un malato terminale»

Opposizione all'attacco in Consiglio comunale. Il sindaco: «I miracoli in un anno non si fanno. Siamo chirurghi in fase d'intervento, l’operazione è lunga»

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Un bilancio di previsione più che prudenziale, che vola rasoterra. Un piano triennale degli investimenti che sembra un piano di manutenzione ordinaria, per giunta al ribasso. Tasse che aumentano per compensare i mancati introiti del lapideo. Tagli che colpiscono cultura, politiche giovanili, sport, turismo, trasporti, ordine pubblico. Al Consiglio comunale dell’8 febbraio dedicato alla discussione e all’approvazione del bilancio previsionale l’opposizione si è scatenata. Come ha ribadito il vicesindaco Matteo Martinelli, l’amministrazione ha stabilito un aumento dell’aliquota Irpef che sarà portata per tutte le fasce allo 0,8%, a eccezione dei redditi sotto i 10mila euro annui che continueranno a essere esenti. A detta dell’assessore con delega al bilancio, la manovra è stata motivata dalla decisione del governo centrale di non reintegrare il fondo di solidarietà e di aumentare obbligatoriamente all’85% il fondo per i crediti di dubbia esigibilità (con perdite oltre il milione di euro per il Comune) e dalla possibile flessione del gettito del lapideo, su cui però non è entrato nel dettaglio. “In via prudenziale abbiamo stabilito un minor gettito di 1,8 milioni di euro,” ha affermato, precisando che la manovra tributaria tiene conto della condizione d’indebitamento del Comune.

L’opposizione ha subito aperto il fuoco. “La mancanza dei 560mila euro del fondo di solidarietà non ha carattere di straordinarietà – ha osservato Lorenzo Lapucci (Forza Italia) – i Comuni non lo prendono da anni. Così come la previsione dell’accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità: quest’anno c’è stato solo un aumento del 5%. Lo straordinario riguarda semmai il lapideo. La verità è che l’aumento dell’Irpef è stato dettato dalla semplice volontà di fare cassa. Si taglia indiscriminatamente su cultura, turismo, politiche giovanili, sport, trasporto e diritti alla mobilità.” Durissimo Andrea Vannucci: “Se fosse stata la precedente amministrazione ad aumentare l’Irpef per compensare il gettito del lapideo i patiboli sarebbero lungo tutto il viale XX Settembre. Ma spiegateci la previsione minori entrate dal marmo: prevedete una progressiva chiusura delle cave?”.

Lo scontro si è aperto anche sul piano triennale delle opere pubbliche. “Meno di così non ci si poteva mettere – ha osservato Vannucci, tranchant – una volta si diceva che il piano degli investimenti fosse il libro dei sogni di una città, ora non si sogna più. Perdete fondi sicuri e non sapete trovarne di nuovi, anzi stanziate il minimo sindacale per la messa in sicurezza del territorio quando gli uffici avevano chiesto 15 milioni. La tanto strombazzata fognatura di viale XX Settembre viene rimandata al 2020. I soldi della manutenzione ordinaria sono stati stornati per lo stadio.” Per Lapucci, piuttosto che di piano degli investimenti sarebbe più opportuno parlare di “piano di manutenzione”: ”Nel 2019, a fronte di 21 milioni per le opere pubbliche, 14 derivano dal bando delle periferie e non sappiamo ancora quando verranno erogati. Circa 3 milioni sono destinati a interventi routinari. Le voci specifiche sono troppo vaghe, una delega in bianco agli uffici tecnici e alla Giunta. Saltano all’occhio gli appena 400mila euro destinati a strade e marciapiedi. I 17 milioni per la costruzione dei nuovi edifici scolastici non arriveranno mai visto il nostro posizionamento bassissimo in graduatoria. Nel triennio, molte opere sono finanziate con dismissioni patrimoniali e quindi aleatorie.” Come la strada per Campocecina, fa notare Giuseppina Andreazzoli (Psi). Spediacci ha osservato come per energia e diversificazione delle fonti energetiche, trattamento del porta a porta e della raccolta differenziata non siano previsti fondi nel 2019. “50mila euro per la manutenzione dei fossi tombati sono insufficienti – ha aggiunto l’ex presidente di Amia – per la condotta fognaria di viale XX Settembre la prima tranche è apposta nel 2020, la seconda nel 2021 viene da dismissioni patrimoniali: sembra che i lavori verranno fatti a metà.”

“Carrara è un malato terminale.” Non usa mezzi termini il sindaco De Pasquale durante il consiglio comunale dedicato alla discussione del bilancio previsionale. Giunti alle battute finali del confronto serrato tra maggioranza e opposizione, il consigliere d’opposizione Gianenrico Spediacci chiede conto al primo cittadino dell’assenza dal piano triennale di investimenti di misure relative a rischio idraulico, piano energetico, potenziamento della raccolta differenziata. Lorenzo Lapucci di Forza Italia esorta il sindaco, rimasto fino a quel momento silente, ad esprimersi su un atto di tale rilevanza senza affidare ogni commento e spiegazione al vicesindaco con delega al bilancio Matteo Martinelli e all’assessore ai lavori pubblici Andrea Raggi. Andrea Vannucci gli domanda come mai il DUP, il documento unico di programmazione contenente gli obiettivi dell’amministrazione distinti per settore, sia stato riproposto tal quale per il secondo anno di fila senza che alle idee corrispondano investimenti. Il sindaco afferra microfono e si rivolge per primo Spediacci: “La risposta se la da da solo elencando i punti in cui il bilancio previsionale è deficitario. Non coniamo moneta, non abbiamo la bacchetta magica, non è possibile fare di più, non siamo nel mondo delle fiabe.” De Pasquale risponde poi al consigliere Lapucci: “Il sottoscritto è retto da un unico gruppo consiliare. In Giunta oltre a me vi sono due assessori con un ruolo politico, rispettivamente il vicesindaco e l’assessore ai lavori pubblici; gli altri assessori rivestono ruoli tecnici. Dal momento che io ho un unico gruppo che mi sostiene e due soli rappresentanti politici, i problemi di intermediazione tra gruppi diversi non sussistono. Parliamo con una voce unitaria.”

Sul bilancio, il sindaco taglia corto: “Non ho commenti da fare. Il bilancio è questo. Non sono abituato a incensarmi, si fa quello che si può. Del resto abbiamo ereditato un malato che abbiamo portato urgentemente in sala operatoria dopo decenni di distruzione. I miracoli in un anno non si fanno. Siamo chirurghi in fase d’intervento, l’operazione è lunga e complessa, non prevediamo risultati in breve tempo.” De Pasquale non si pone nemmeno il problema della propria riconferma: “Se i cittadini di Carrara non vorranno tra tre anni riconfermarci la fiducia non ne faremo un dramma, tranquilli: torneremo a fare il nostro lavoro e non ne sentiremo la mancanza. Il dup discende dalle nostre linee programmatiche, dunque lo manteniamo. Il malato al momento rischia l’arresto cardiaco, gli interventi in programma si faranno dunque quando ci sarà la possibilità di farli. Dite che questo è un bilancio che come dite non ha nerbo, linea, visione d’insieme: siete liberi di pensarlo. Questa è la situazione del malato terminale.”

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