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Romagnano campione, Nardini: "Dedico la vittoria a mio babbo"

A 44 anni si è conquistato un'altra promozione: "Non voglio smettere per il Covid, voglio decidere io quando giocare l'ultima partita. La prossima stagione sarò in Prima col Romagnano!"

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    Una pedina fondamentale di questo Romagnano che ha conquistato la Prima Categoria. Nonostante abbia superato ampiamente la quarantina il suo fisico inossidabile gli permette di essere ancora una colonna portante della difesa. Ovviamente mette la sua esperienza a disposizione dei compagni che lo rispettano e lo seguono come un fratello maggiore.

    Ai microfoni di Calcio Massa Carrara Tatiano “Highlander” Nardini:

    Highlander Nardini, a 44 anni, dopo 28 stagioni di carriera, ti sei vinto un altro campionato. Cosa è cambiato in tutti questi anni nel calcio e nel Nardini uomo e calciatore? “A quei tempi giocavo col Pietrasanta in Interregionale, da allora nei dilettanti sono cambiate molte cose: all’epoca c’erano più soldi, mentre oggi, tranne casi limite, chi gioca lo fa per passione, soprattutto in queste categorie. Al di là del Covid, negli ultimi 5/6 anni gli ingaggi nei dilettanti sono solo per coprire le spese.

    Negli anni e anche ultimamente ho avuto la fortuna di giocare con tanti calciatori che hanno fatto categorie nei professionisti e che mi hanno trasmesso valori importanti. Spero che io adesso, anche se ho sempre fatto i dilettanti, stia riuscendo a trasmettere gli stessi valori che il calcio veramente insegna”.

    Parlaci del campionato appena conquistato. Avresti voluto giocarti la volata finale? “Abbiamo dimostrato di essere la squadra più forte perchè avevamo tutto, gruppo, giocatori molto validi per la categoria, un buon mister e una buona società che ci ha permesso di fare un campionato di vertice. Ovviamente sarebbe stato meglio concluderlo e vincerlo sul campo, ma purtroppo il Codiv ha fermato il mondo”.

    E la finale di Coppa? “Raggiungere la finale è stato bello, visto che non ci eravamo riusciti l’anno scorso. Già conquistare la finale è una cosa importante per una squadra di Seconda Categoria. E’ normale avremmo voluto giocarcela, soprattutto con i tifosi che ci stavano seguendo: ultimamente si era creato un pubblico importante con degli ultras calorosi. Sono convinto che alla finalissima ci sarebbe stato il pubblico delle grandi occasioni”.

    Ti vedremo anche la prossima stagione col Romagnano in Prima Categoria? “Durante gli ultimi anni ho sempre detto “questa è l’ultima stagione”. Quest’anno non posso dirlo perché non voglio smettere per il Covid, voglio decidere io quando giocare l’ultima partita. Ho già parlato col mister e rientro nei suoi progetti, quindi mi rivedrete in Prima Categoria col Romagnano. Ovvio che fino a che continuo a giocare e sentirmi importante per il mister e i compagni sono motivato a non smettere, anche perché allenare non mi piace e quando smetterò sarà definitivo”.

    A chi dedichi questa vittoria? “Questa vittoria la dedico a mio babbo che mi ha sempre seguito e sostenuto, sicuramente è un gran tifoso. Poi la dedico a tutti i tifosi amaranto, perché Romagnano è una bella piazza, contornata da un pubblico molto presente, e al nuovo gruppo di ultras che occupano la Curva intitolata ad Adelmo Pucci, grande tifoso e amico scomparso prematuramente. La nostra Curva in questo ultimo periodo si è fatta sentire e ci ha dato una grossa spinta, spero che non si perda nel tempo.”

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