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Spartak Apuane, nasce la squadra femminile

Dalle gradinate al campo, coraggiosa sfida delle supporters dello Spartak

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    A tre anni dalla propria nascita lo Spartak Apuane, società attualmente sesta in classifica nel campionato di Terza Categoria, è molto attiva e continua far parlare di se con iniziative e progetti interessanti. Da ultimo, tramite un post del 2 aprile sulla propria pagina Facebook, ha annunciato ufficialmente la nascita della propria Squadra Femminile.

    Un’iniziativa stimolante in un momento in cui il calcio femminile sta finalmente diventando anche in Italia uno sport seguitissimo, vedi la prima edizione della Viareggio Women’s Cup e la sfida di campionato in uno Juventus Stadium gremito tra Juve e Fiorentina. Lo Spartak Apuane femminile sarà la seconda squadra della provincia di Massa Carrara, dopo il Don Bosco Fossone di capitan Angelini. Per ora lo Spartak non si è ancora pronunciata sui modi e sui tempi (come squadra nuova con ogni probabilità partirà dalla Promozione) ma quello che è certo è che dalla prossima stagione il comune di Montignoso avrà una propria squadra rosa.

    Si ricorda che nel calcio femminile le categorie sono così suddivise: Serie A, Serie B, Interregionale, Eccellenza (vecchia serie C regionale dove milita il Fossone) e Promozione (vecchia Serie D regionale).

    Di seguito il lungo post ripreso dalla pagina Facebook dello Spartak nel quale le ragazze motivano la loro scelta:

    Il calcio è uno sport di squadra meraviglioso. Fin da piccoli in molti ne sono rimasti affascinati, ha fatto parte della loro vita e li ha accompagnati nella crescita.
    Non a caso parliamo al maschile: per troppi anni infatti questo sport è stato spacciato come prettamente maschile e tutt’oggi risulta pressochè tale. Poche di noi l’hanno giocato, pochissime l’hanno guardato o tifato. Le ragazze che hanno praticato questo sport da piccole in squadre miste della loro esperienza ricordano “giocavamo in due o tre bambine e tanti bimbi, questi non mi trattavano allo stesso modo degli altri compagni maschi. L’allenatore non mi rimproverava se sbagliavo qualcosa come faceva con gli altri per paura di vedermi piangere…”.

    Così la maggioranza delle ragazze, silenziose ed inconsapevoli complici dello stampo maschilista che era stato attribuito a certi sport, ha preferito dedicarsi alla danza, alla pallavolo, a quegli sport “da donne”, “da femmine”. Da piccole abbiamo preferito giocare con le bambole con le amiche, lasciando il pallone ai coetanei del sesso opposto, quasi sentissimo che fosse un’attività alla quale non saremmo state in grado di prendere parte. Pochissime sono le squadre femminili rispetto alle maschili, sconosciute, non calcolate. Pochissime sono le ragazze che si interessano al mondo del calcio. Un mondo forgiato nel sessismo più sfrenato, nel quale se una ragazza gioca a calcio c’è qualcuno pronto a scherzare “vorrei sapere adesso chi cucina”, se l’arbitro è donna “è uno schifo, una barzelletta della federazione”, un mondo in cui se una donna parla di tattica a qualcuno si rivolta lo stomaco perché noi non possiamo “capire come gli uomini”.

    Noi non ci stiamo. In questo panorama, a tre anni dalla nascita del progetto Spartak Apuane, noi ragazze sostenitrici del progetto e tifose della squadra abbiamo sentito l’esigenza di metterci in gioco per provare, con il nostro piccolo grande contributo, a rompere questa dinamica costituendoci come squadra di Calcio Popolare Femminile.

    Nasce così, dalla volontà e dall’entusiasmo di un gruppo di ragazze che per la maggior parte si avvicinano per la prima volta a questo mondo, la squadra femminile dello Spartak Apuane. Una squadra che intende inserirsi, prender parte e di fatto allargare un progetto a cui già avevamo aderito da tempo, trovandoci ogni sabato sulle gradinate di una tribuna. E’ arrivato per noi il momento di scendere in campo, di indossare scarpette e parastinchi, di prendere confidenza con un pallone per noi tanto sconosciuto quanto simbolo di riscatto femminile.

    Siamo le ragazze della curva, delle lotte. Siamo le ragazze che non perdono occasione per far sentire la propria voce, per gridare che ci siamo, che vogliamo il pane, le rose e adesso anche il pallone.

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