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Serata stellare a Barbarasco per la presentazione del libro "Sergio Brio l’ultimo 5topper"

Il campione ex Juventus e la dott.ssa Luigia Casertano hanno presentato l'interessantissima autobiografia

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    Nella splendida cornice dell’Albergo Mauro di Barbarasco, nella serata stellata di mercoledì 23 agosto 2017, davanti a un folto pubblico la dottoressa Luigia Casertano e il campione Sergio Brio hanno presentato il loro libro intitolato “L’ultimo 5topper”, edito da Graus editore. Importante sottolineare il fine benefico della splendida iniziativa, infatti il ricavato dalla vendita del Libro sarà devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Istituto di Candiano (Torino).

    L’iniziativa e stata organizzata dal Juventus Fans Club Fivizzano, con la regia organizzativa a cura di Renzo Ferrari, in collaborazione con Bar da Boe e Ristorante Mauro.

    Calcio Massa Carrara era presente e abbiamo avuto il piacere di intervistare gli autori del libro.

    1) Come mai avete deciso di scrivere un libro?

    Dottoressa Casertano: “Abbiamo visto che tanti uomini di sport lo hanno fatto e anche un campione come Brio, che ha vinto tutte le competizioni, non poteva non raccontare i suoi segreti. E’ stata dura convincerlo, siamo partiti con le interviste, poi l’opera cresceva. Quello che abbiamo voluto sottolineare è cosa c’è dietro a un bambino di Lecce appassionato di calcio che spaccava spesso il vetro del negozio di parrucchieri dei suoi genitori, diventato un grande campione. Un bambino esuberante ma mammone che a 15 anni dormiva ancora nel letto dei suoi genitori, delle sue difficoltà nei primi anni lontano da casa, di quello che succede in campo. I tifosi ne sanno più di me, ho voluto dare importanza ai segreti dello spogliatoio, ad esempio il suo curioso esordio e il sostegno di Causio, la rivalità in campo con Pruzzo e la grandi amicizia con lo stesso fuori dal campo”.

    2) Che genere di Libro è?

    Dottoressa Casertano: “E una biografia che ripercorre tutta la vita di Sergio Brio da piccolo, nelle giovanile del Lecce , poi il passaggio alla Juventus, il distacco dalla sua famiglia, il prestito alla Pistoiese, il ritorno alla Juventus, l’infortunio e la voglia di rientrare in campo. La grande umanità di Sergio Brio viene spesso fuori, ad esempio leggendo le ultime righe della presentazione firmata dal Giampiero Boniperti. Boniperti scrive di Sergio Brio: “Lui è uno dei pochi calciatori che non dimentica, non passa un Natale o una Pasqua senza che mi chiami per farmi gli auguri”. Il rapporto speciale con Donna Allegra Agnelli: Sergio per loro è uno di famiglia, oltre il campione emerge un uomo speciale, fino al periodo da allenatore come secondo di Trapattoni e poi come primo allenatore in Belgio”.

    3) Mi incuriosisce il titolo del libro “L’Ultimo 5topper” con la s scritta come 5, ricordando il calcio nostalgico di una volta. Perché questa scelta?

    Dottoressa Casertano: “Il libro era pronto e non ci veniva il titolo abbiamo fatto sondaggi fra gli amici ma nessun titolo ci piaceva. Poi un giorno Sergio mi chiama dalla palestra dicendo che aveva parlato con il titolare spiegandogli il progetto e lui gli dice: “Te sei l’ultimo stopper!” E poi io da donna ho deciso di dare un tocco femminile, trasformando la S in 5… il suo numero. Quando abbiamo detto a Causio della scelta del titolo ci sgridò, dicendo: “Sergio cosa dici, tu non sei L’ultimo Stopper ma sei l’Unico Stopper”.

    4) Il morso del cane all’Olimpico… Cosa è successo?

    Sergio Brio: “A Roma all’Olimpico, dopo una partita, Galeazzi mi fa segno e mi prende per intervistarmi. Faccio questa intervista e a un certo punto si avvicina un militare con un cane con un foular giallorosso. Avevo visto che aveva lasciato un pò lento il guinzaglio ma continuo l’intervista e a un tratto questo cane mi azzannò e mi diede un morso! Al che, dopo aver dato tanti calci a Pruzzo, ho dovuto dare calci anche al cane per staccarmi. Dopo intervista il dottor La Neve mi ha medicato ed andato a cercare il militare per vedere se il cane aveva fatto il vaccino antirabbico. Dopo un quarto d’ora il dottor La Neve trova il militare e gli chiede se il cane ha fatto il vaccino antirabbico. Il militare gli risponde: “Dottore scherza, i cani qua sono tutti vaccinati!” E il dottore gli rispose: “Allora guarda domani ti muore il cane perché Brio non l’ha fatto… E il giorno dopo il cane è morto davvero!”

    5) Il rigore di Tokio?

    Sergio Brio: “E stata una partita difficile la Supercoppa Intercontinentale. Abbiamo portato la Juventus a vincere una competizione che non aveva mai vinto. Difficile contro gli argentini di Argentinos Juniors. La partita fini 2-2 ai tempi supplementari e io marcai Borghi che prese Berlusconi al Milan e fece grandissime cose. Nel secondo tempo si fece male Scirea e entrò un giovane Pioli che non aveva mai giocato libero. Dopo i i tempi supplementari sapevo che dovevo tirare un rigore e vi garantisco che il pallone pesava 7 kg. La porta da 7 metri diventò 4 e vedevo negli occhi la nebbia di Torino. Mentre andavo a calciare il primo rigore ero stanchissimo. Trovai Trapattoni, non so se era li per caso o se aveva capito il momento del suo calciatore che doveva battere il primo rigore di un finale. Mi chiese come stavo, gli dissi che ero molto stanco Lui mi rispose: “Sei il giocatore più forte che ho a tirare i rigori, quindi fai come ti dico io e non avrai problemi. Vai, metti la palla sul dischetto, non guardare il portiere e tira a incrociare, di collo. Non avrai problemi, segnerai! Mi ha cambiato la vita, ho fatto come mi ha detto e ho fatto gol! L’allenatore non deve essere bravo solo in campo ma anche a capire i momenti dei suoi giocatori.”

    6) Il centravanti che ti ha messo più in difficoltà?

    “Non ho dubbi, Marco Van Basten. Era rapido, veloce, andava incontro alla palla, te lo trovavi sempre davanti, era bravissimo a girarsi e puntarti e ti metteva sempre in difficoltà”.

    7) Il rapporto con l’Avvocato Agnelli?

    “Era un fuoriclasse, amava la Juve come nessuno, non ha mai rimproverato un giocatore. Tutte le volte che giocavano in casa lo andavamo a trovare nella sua villa davanti a Villa Perosa. Un aneddoto: mi sembra 1984 o 1985, Zoff andò ad allenare l’olimpica e lasciò il suo posto di preparatore dei portieri a Bizzotto e quella stagione Stefano Tacconi non andò benissimo, ma non per colpa di Bizzotto ma perché aveva trovato una “stagione no”. In un incontro Tacconi chiese a Agnelli: “Mi manca tanto Zoff”. E Agnelli gli rispose: “Sapessi a noi. Tacconi divento giallo verde rosso, non sapeva più cosa dire”.

    7) La partita del Heysel?

    “Il presidente non voleva giocare la partita ma l’Autorità di Pubblica Sicurezza gli chiese: “Presidente se non giochiamo invece di 39 morti verranno fuori 500 o 1000, se ne assume lei la responsabilità?”. Quindi il presidente andò negli spogliatoi dicendo che era morto un tifoso juventino e isogna giocare la partita, che era una partita vera e bisognava vincerla per onorare questo tifoso Juventino. Così Scirea andò nella torretta e fece un comunicato per calmare i tifosi juventini e noi andammo sotto la curva a calmarli. Giocammo la partita e la vincemmo. Poi abbiamo fatto un giro di campo per onorare il tifoso. Solo 2 ore e mezzo dopo la fine della partita in albergo abbiamo saputo che c’erano stati 39 morti…”

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