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Cavazzuti: «A Massa più investimenti e lavoro di qualità»

L'aspirante sindaco di Potere al Popolo risponde alle domande della Voce Apuana

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È il candidato Nicola Cavazzuti il primo tra i candidati a sindaco di Massa a rispondere alle domande della Voce Apuana. Cavazzuti si presenta agli elettori con la lista di Potere al Popolo, partito di sinistra.

1. Che cosa l’ha spinta a candidarsi?
Non mi sono candidato, sono state le assemblee che si sono svolte in questi mesi che hanno portato ad individuare la mia figura quale candidato a Sindaco. Il lavoro delle assemblee di Potere al Popolo è sempre stato collettivo, dalla scelta del Sindaco alla redazione del programma. Crediamo nelle scelte dal basso e dal coinvolgimento di tutte e di tutti.

2. Perché i cittadini massesi dovrebbero votare lei il 10 giugno?
C’è necessità di una visione della città che sia diversa, che finalmente guardi effettivamente a sinistra portando come eredità le lotte, le vertenze, le battaglie sul territorio che i nostri candidati e le nostre candidate hanno sempre fatto. Vogliamo portare in Consiglio comunale le istanze di chi sta indietro, di chi non riesce ad essere rappresentato perchè fuori dai poteri forti, di chi da anni lotta per una casa e per una vita dignitosa. Questo il nostro obiettivo: continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto su lavoro, ambiente e diritti.

Nell’ultima classifica stilata dal Sole 24 Ore delle città più vivibili d’Italia, Massa è alla 72esima posizione su 110 città. È penultima nella classifica delle province toscane, seguita solo da Pistoia. Cosa potrebbe farla risalire di qualche posizione?
Per anni abbiamo abbandonato le periferie facendone dormitori, abbiamo messo l’ambiente in secondo piano (le bonifche da fare, le discariche, i fiumi inquinati stanno lì a ricordarcelo) abbiamo pensato che si potesse con la militarizzazione del centro città risolvere le problematiche della movida. Dobbiamo cambiare schema, ogni periferia deve diventare un centro con tutti i servizi necessari, occorre combattere gli abbandoni degli immobili anche attraverso specifiche tasse di scopo, l’ambiente deve diventare il tema trasversale di ogni impegno amministrativo, investire nell’ambiente il migliore che si possa fare, non più militarizzazione del centro ma percorsi condivisi tra ragazzi, esercenti e residenti per arrivare a risolvere il problema alla radice. Insomma riconsegnare una dignità alla nostra città.

4. Parliamo di acqua, lo scorso anno circa 20mila cittadini si sono espressi contro il gestore idrico Gaia Spa, in particolare a causa delle tariffe ritenute troppo care. Lei come se la immagina la gestione dell’acqua?
Applicare il Referendum del 2011 e quello che dice il forum nazionale dell’acqua. Trasformare Gaia in società di diritto pubblico, ridurre gli ambiti di gestione a livello più vicino ai cittadini, chiedere modifiche all’Ait, rigettare al mittente il progetto dell’autostrada dell’acqua chiedendo che quei soldi pubblici vengano investiti nella manutenzione della rete idrica che oggi è un colabordo e promuovere a livello nazionale una battaglia con altri comuni per la modifica del calcolo delle tariffe, vero nodo per la riduzione delle bollette. In particolare chiederemo che gli investimenti entrino in fiscalità generale. In particolare su GAIA ci muoveremo per far in modo che paesi, come Resceto, non continuino ad avere l’acqua razionata in estate per problemi legati alle infrastrutture.

5. Sicurezza: da quella sul lavoro a quella nelle strade, che misure adottare per prevenire incidenti e fenomeni di criminalità?
Io non confonderei le due cose: sulla sicurezza sui luoghi l’amministrazione si può fare promotore presso le aziende affinché rispettino le regole, ma poi spetta agli organi di controllo intervenire e sanzionare. Le regole esistono e occorre applicarle, alla politica magari il compiti di sensibilizzare maggiormente ad investire in questo campo. Sulla sicurezza legata alla criminalità non siamo certo per una militarizzazione della città, abbiamo le forze dell’ordine che devono essere messe in grado di svolgere il proprio compito e un tavolo dell’ordine pubblico a cui il sindaco partecipa e può certamente far sentire la sua voce. Chi pensa ad assessori alla sicurezza forse ammette le proprie incapacità di stare a quel tavolo I vigili urbani devono essere rafforzati non per sostituire polizia, carabinieri e guardia di finanza sul campo della sicurezza, ma per evitare che questi corpi debbano intervenire sugli incidenti stradali togliendo quindi risorse alla loro attività di controllo. Siamo invece preoccupati per le infiltrazioni di stampo mafioso nella nostra provincia, per questo abbiamo lanciato un osservatorio sulla criminalità organizzata e sulla corruzione in collaborazione con l’Università di Pisa.

6. A proposito di turismo, come riuscire a valorizzare il patrimonio culturale e artistico di Massa quando la città deve competere con altre realtà vicine come Siena e Firenze?
Credo che competere con città come Siena e Firenze sia impossibile, ho vissuto a Siena e conosco la città nei suoi importanti angoli. Credo invece che abbiamo la possibilità di valorizzare la nostra storia, la nostra cultura il nostro paesaggio. Un’adeguata promozione del territorio che porti tutto questo ad essere protagonista turistico, a creare una vera industria del turismo locale deve essere l’obiettivo. Il turismo poi si fa anche con l’attenzione all’ambiente e con il ripristino della bellezza dei nostri luoghi. Mare e montagna, passando per la storia e la cultura di tutta la città devono essere messi in sinergia tra loro e non in competizione.

7. I dati Istat del 2017 evidenziano nuovi fallimenti di imprese e tassi di disoccupazione lontani dall’essere un problema superato. Nel suo team ci sono professionisti in grado di proporre iniziative e misure per permettere di tirare un sospiro di sollievo alle imprese e ai lavoratori del territorio?
La crisi internazionale non molla e noi ne paghiamo in modo particolare le conseguenze, lo abbiamo detto anche quando qualcuno ci diceva che il peggio era passato. Occorrono soluzioni fuori dallo schema che fino ad oggi ha portato sul nostro territorio un capitalismo predatorio che ci sta lasciando solo le sue macerie: fate un giro nella zona industriale e vedete i capannoni abbandonati. Occorre un patto sociale di lungo periodo che garantisca possibilità di investimento collegato a lavoro di qualità. Riteniamo che le scelte scellerate di precarizzare il lavoro, come quella recente di reintrodurre i voucher, sia una delle cause della crisi. Non ci sono prospettive per i giovani costretti a vivere con contratti mensili. Come possono pensare al futuro? Accordi di ricerca con l’università, le esperienze dei Workers Buy Out, il ripristino di una vera filiera del lapideo, la drastica riduzione ai subappalti nelle grandi realtà: da qua si può partire e non solo dagli incentivi esclusivi per le imprese.

8. Recentemente i giovani studenti di Massa hanno sollevato il problema della carenza di spazi in cui studiare o leggere, e più in generale la mancanza di un luogo di aggregazione. Lei ha qualche idea in cantiere per poter riuscire ad andare incontro a queste esigenze?
Non una biblioteca unica, ma diffuse nei locali comunali non utilizzati nelle periferie, magari anche in autogestione. La realizzazione in centro di un Cinema Comunale che possa avere spazi condivisi, l’accordo con la provincia per l’utilizzo di spazi inutilizzati da mettere a disposizione della città. Sperimentazione di forme di cultura dal basso attraverso il coinvolgimento diretto dei gruppi che sono attivi in questo ambito. Rompiamo un altro tabù: i soldi ci sono, basta andarli a prendere dove sono e non sempre dai soliti. Le pare corretto che un bar per avere il suolo pubblico per mettere due tavoli debba pagare anche 50 euro a metro quadrato all’anno e un concessionario di cava, per il solito metro quadrato, debba spendere 2,5 centesimi. Non lo troviamo un paradosso.

9. Anche i migranti che risiedono nel territorio comunale quest’anno hanno fatto sentire la propria voce, chiedendo un incontro al sindaco Volpi per discutere della loro situazione. In quell’occasione il coordinamento Migranti Toscana Nord chiese l’appoggio al primo cittadino per sostenere lo Ius Soli, più partecipazione pubblica nella gestione dei centri di accoglienza e uno spazio in cui potersi confrontare. Lei che cosa avrebbe risposto al posto del sindaco?
Noi siamo stati quelli che hanno introdotto nel 2015 la cittadinanza onoraria per i figli degli immigrati e introdotto il sistema della civil card per facilitare la richiesta di cittadinanza per tutti gli aventi diritto. Abbiamo introdotto nello statuto del consiglio comunale la figura del consigliere comunale aggiunto per ascoltare le esigenze delle comunità straniere. Abbiamo sempre avuto un dialogo con le comunità straniere e con le associazioni che si occupano di immigrazione. Continueremo su questa strada. Riteniamo che il sistema di accoglienza dei Cas non funzioni e serva solo a riempire il portafoglio di chi ospita gli immigrati senza risolvere minimamente il problema, anzi provocando spesso le tensioni con i cittadini italiani. Siamo per un altro modello, tipo lo Sprar, dove si punta concretamene all’integrazione e dove i comuni sono chiamati a dire la loro e quindi a meglio controllare le attività svolte. Siamo per una città accogliente, fuori dagli schemi razzisti che purtroppo stanno toccando oramai troppe persone.

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