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Sanac, appello a Mattarella: «Favorisca l’apertura di un tavolo governativo»

Il presidente di Confimpresa, Daniele Tarantino, scrive una lettera al presidente della Repubblica. Il Psi: «Il governo intervenga, ma la Lega e Persiani potevano fare di più»

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Emorragia di posti di lavoro: il presidente di Confimpresa, Daniele Tarantino, scrive una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella speranza che giunga un segnale di fiducia verso i lavoratori apuani. “La mia associazione, Confimpresa, si occupa delle piccole e medie imprese e il clima in cui operano non è dei migliori. Massa è un territorio ormai privo di progetti, nonostante sia una città che molto potrebbe fare per incrementare l’economia, a partire da investimenti nella cultura e nel settore del turismo, che non riesce a decollare. Proprio la mancanza di progetti e la difficoltà nel fare impresa, stanno portando alla chiusura delle piccole e grandi realtà del territorio, mettendo in ginocchio centinaia di famiglie. Stiamo lottando per difendere un’azienda importante per la nostra città: la Sanac, fondata nel 1939 per volontà dell’Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale)”. La Sanac (Società Anonima Nazionale Argille e Caolini), appartiene oggi al Gruppo Ilva, leader della produzione di acciaio in Italia, appesa ad un filo diretto all’investimento produttivo di Arcelor Mittal. “L’attesa di un tavolo con Arcelor Mittal – prosegue il presidente Tarantino – ha superato ogni scadenza lasciando nell’oblio molti lavoratori e famiglie. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (Art 1): questo è ciò che la nostra Costituzione dice, parlando di lavoro ma anche di dignità umana. La dignità di vivere grazie a un lavoro che consenta di tirare avanti la propria famiglia. La dignità che in questi giorni molti lavoratori rischiano di perdere come nel passato. Il nostro territorio ha già vissuto una chiusura simile, e mi riferisco alla Eaton, frutto di una scelta aziendale piombata sui 345 dipendenti dopo che la casa madre della multinazionale americana decise di delocalizzare la produzione in Polonia. Le chiediamo, presidente, di forzare l’apertura dell’atteso tavolo di confronto governativo affinché si eviti la chiusura della Sanac, mantenendo i livelli occupazionali. Diversamente, sarebbe un duro colpo per la nostra città”. Confimpresa esprime solidarietà ai lavoratori Sanac e a tutti i lavoratori che soffrono situazioni di precarietà, auspicando una risposta dal Quirinale.

L’INTERVENTO DEL PSI
Il PSI di Massa condivide le preoccupazioni e le speranze espresse da tutte le forze politiche locali circa la vertenza Sanac.
Il nostro territorio vive, da anni, una difficilissima situazione sul piano occupazionale generata sia dalla crisi che ha colpito, in generale, il mondo produttivo, il tessuto economico del paese ma anche da una reindustrializzazione che, purtroppo, stante un’ambiguità politica sull’indirizzo da seguire (turismo – servizi o industria) oltre a problematiche ambientali, non si è compiutamente realizzata.
Sul punto basterà ricordare l’opportunità persa con Ansaldo Energia, l’inserimento di un cinema multisala (privando il centro di un’attrattiva culturale) in un contesto urbano non appropriato per quel tipo di attività, la parcellizzazione delle superfici disponibili che, in una economia globale in cui le piccole realtà non riescono a competere se non si aggregano, impedisce l’inserimento di grandi realtà produttive, la mancata difesa (adottando politiche incentivanti, rispondendo alle esigenze del mondo imprenditoriale, aiutando le aziende a superare gli ostacoli di una burocrazia bizantina) di aziende radicate nel territorio tanto che non si è alzata una voce in merito all’investimento, favorito da Regione Toscana, del Pignone su Piombino, l’adozione tardiva di misure che garantiscano, in buona percentuale, la lavorazione in loco del marmo estratto.
Insomma la politica locale è in forte ritardo anche perché, come evidenziato più di una volta dal presidente Rossi, non è riuscita ad elaborare progetti di sviluppo limitandosi, spesso, a delegare ad altri, a chiedere l’aiuto di Istituzioni sovra locali quando, invece, utilizzando le risorse che potrebbero provenire dal lapideo, potremmo avere il “carburante per riaccendere i motori”, per diversificare, favorendo la nascita di nuove realtà produttive in altri settori (considerato che il marmo non è inesauribile e che determina un costo ambientale), e così garantire un futuro alla Comunità.
La politica locale dovrebbe passare dagli appelli, comunque necessari, alle proposte, ai progetti anche perché, salvo l’intervento diretto dello Stato (caso Alitalia), quando un soggetto privato decide di disimpegnarsi non esistono rimedi per mantenere in vita una fabbrica come è accaduto, ad esempio, per lo stabilimento Eaton di Massa quindi è necessario uno sforzo per cercare di rigenerare il tessuto produttivo creando le condizioni affinché vi siano nuove opportunità di lavoro. Tornando al caso Sanac, i socialisti condividono il richiamo al Governo ma trovano poco condivisibile che qualcuno paventi il rischio di “passerelle politiche” da parte di esponenti del centrosinistra considerando che la Lega, di cui il Sindaco è principale esponente, sino all’otto di agosto era al governo e che la vertenza in questione non è nata da un giorno.
La città, forse, si attendeva, visto il ruolo della Lega (Salvini riceveva al Ministero dell’interno il mondo industriale e sindacale), che il Sindaco, tramite i rappresentanti nazionali o regionali, ottenesse ascolto o che l’allora Ministro dell’Interno intercedesse su Di Maio purtroppo così non è stato; la Comunità avrebbe apprezzato se le forze di centrodestra, presenti in maggioranza, avessero espresso analoghe preoccupazioni, se avessero chiesto di più all’alleato Leghista visto che non si può tollerare che un Ministro non accetti l’invito di un Sindaco specie di una realtà in forte difficoltà.
Il governo di centrosinistra si è da poco insediato ma ha il dovere e l’obbligo di rispondere alla richiesta di intervento pertanto ben venga l’impegno di tutte le forze politiche, degli eletti, sia a livello comunale, regionale e nazionale, per giungere, celermente, ad una positiva soluzione della vertenza Sanac.
La politica dei risultati è la miglior risposta a chi ritiene che il nuovo esecutivo sia nato non nell’interesse del Paese ma per distribuire potere ed evitare una debacle elettorale per le forze che ne hanno permesso, conformemente al dettame costituzionale, la nascita.

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