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Prof sospesa, la solidarietà del liceo "Fermi" di Massa: «È censura»

Il collegio dei docenti dell'istituto ha votato a maggioranza una mozione per chiedere l'annullamento del provvedimento di sospensione. «Il ministro individui i responsabili»

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Sulla scia di quanto già fatto dall’istituto “Zaccagna” di Carrara e altre scuole, anche il liceo “Fermi” di Massa ha approvato (con un voto contrario e 2 astensioni), nel collegio dei docenti che si è svolto ieri, martedì, un documento a sostegno della docente di Palermo Rosa Maria Dell’Aria, sospesa dal provveditorato perché alcuni suoi alunni avevano accostato nel corso di una presentazione le leggi razziali di Benito Mussolini al decreto sicurezza del ministro dell’interno Matteo Salvini. E un analogo documento è stato anche sottoscritto dal personale Ata e dalla Rsu dell’istituto massese. Riportiamo di seguito il testo della mozione «in difesa della libertà di espressione e di insegnamento», inviata al Ministero dell’istruzione, alla prof sospesa e al collegio dei docenti dell’istituto dove l’insegnante lavora, ovvero il “Vittorio Emanuele III di Palermo”.

Il Collegio dei Docenti del Liceo E. Fermi di Massa (MS) riunitosi in data 21 maggio 2019, esprime profonda preoccupazione per i noti fatti che hanno coinvolto la collega Rosa Maria Dell’Aria, docente in servizio presso l’IIS “Vittorio Emanuele III” di Palermo e gli alunni della sua classe.
In seguito alle dichiarazioni di esponenti dell’attuale Governo in merito ad alcuni elaborati collettivi degli studenti dell’Istituto di Palermo e all’inusuale e grave intervento della Digos per verificare il contenuto di tali elaborati, la docente è stata sospesa dall’insegnamento per due settimane con la sospensione dello stipendio, conseguente per non aver censurato i propri studenti che nell’attività scolastica svolta avevano rilevato analogie tra le leggi razziali del 1938 e il “decreto sicurezza” del presente Governo; comportamento deontologicamente e didatticamente corretto, tenuto dalla professoressa al fine di garantire loro libertà di ricerca, informazione ed espressione.
L’intera vicenda è di estrema gravità perché viola la libertà di espressione e di insegnamento garantite dalla Costituzione italiana, e perché mortifica la dignità umana e professionale della collega e di tutti i docenti impegnati nella formazione di cittadini consapevolmente partecipi della vita della comunità, in possesso degli strumenti culturali utili a comprendere e modificare la realtà.
Il Collegio ribadisce che la scuola della Repubblica ha il suo cardine nella libertà di insegnamento, inviolabile e costituzionalmente garantita, e nel diritto degli studenti di apprendere e di rielaborare criticamente e creativamente le conoscenze; principi messi in discussione da quanto è accaduto.
Quello che è accaduto ci allarma perché è la negazione del pensiero critico, strumento fondante di una cultura vivace, ampia e costruttiva. È la negazione dell’insegnamento del pensiero critico che riguarda il “come pensare” piuttosto che “cosa pensare”. Ciò che è accaduto alla docente e agli studenti di Palermo ha il sapore amaro e grave della censura e necessita quindi di una presa di posizione chiara e netta. Si tratta infatti di una svalorizzazione della professionalità docente ed un controllo sulle opinioni degli studenti mai viste, che ha il sapore di un atto intimidatorio inaccettabile.
Il Collegio esprime pertanto la solidarietà alla collega Rosa Maria Dell’Aria e agli studenti dell’Istituto coinvolti, e chiede l’annullamento immediato dell’inaccettabile sanzione da lei subita, cui devono seguire scuse ufficiali delle istituzioni coinvolte. Chiede anche al Governo e al ministro della Repubblica Marco Bussetti di individuare i responsabili di quanto accaduto, garantire che azioni del genere non si ripetano più e che siano messe in campo azioni concrete per tutelare le libertà democratiche dei docenti e degli studenti in tutte le scuole del Paese.

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