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«I pini di viale Colombo? Abbattuti per il Waterfront». Il Grig torna all’attacco

Secondo l'associazione ambientalista si tratta di «un'ipotesi verosimilie all'origine della decisione incomprensibile»

«Lo scempio dei pini e lo snaturamento di un viale identitario. Un’ipotesi verosimile all’origine della decisione altrimenti incomprensibile?». Lo afferma il Grig, il Gruppo di intervento giuridico, che in una nota evidenzia che i pini di viale Colombo sarebbero stati abbattuti in vista del progetto del Waterfront di Marina di Carrara. Riportiamo di seguito l’intervento integrale.

Aspetti urbanistici
L’area dell’intervento rientra nella fascia di rispetto della costa per una piccola parte, rientra in zona di vincolo idrogeologico e in area di vincolo paesaggistico (ex legge 1497/39), con dichiarazioni di interesse n. 32-1953 e 59-1969. Poiché l’area rientra nell’art. 136 comma 1, lettere a) e b) del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.L. 42/2004), c’è l’obbligo di presentare alla competente Soprintendenza per la preventiva approvazione, “qualunque progetto di opere che possano modificare l’aspetto esteriore della località stessa, ferma restando per la zona in questione la motivazione di notevole interesse pubblico” (come testualmente riportato nel testo del decreto di vincolo) .
Pertanto, non è applicabile il D.P.R. 31/2017, come si trova scritto nella Delibera della Giunta comunale che ha approvato il progetto, in quanto l’esclusione dall’autorizzazione paesaggistica vale nei casi in cui gli interventi non interessino i beni di cui all’art. 136, comma 1, lettere a) e b) del Codice.
Aspetti tecnici
Il verde strutturale di una città (da distinguere dal verde di arredo) richiede manutenzione programmata e la necessità di sostituzione dovrebbe essere dichiarata da un soggetto competente, e non valutata genericamente dall’ufficio strade. Ad esempio, a Grosseto, la recentissima decisione di abbattere i pini di Viale Mascagni sarà subordinata ad un preventivo controllo, pianta per pianta, da parte del massimo esperto della valutazione della stabilità degli alberi.
Aspetti di sostenibilità
La necessità di contrastare il surriscaldamento indirizza gli interventi negli spazi urbani verso un aumento o almeno una conservazione del verde strutturale esistente (non il verde di arredo, ma le aree parco, i giardini e i viali che portano un consistente miglioramento delle condizioni climatiche). In questo senso, i pini del viale Colombo non trovano adeguata reintegrazione con un filare di palme del tipo washingtonie. In più, questo tipo di palma non è minimamente considerabile storicizzata, il suo utilizzo, ad ogni modo recente, essendo limitato a decoro, per lo più di spazi privati.
Durante le presentazioni pubbliche del POC avviate dall’Amministrazione attuale nel 2018-19, un’apposita conferenza è stata dedicata al tema dei corridoi verdi e del contrasto all’isola di calore. A quanto pare, è stato un puro evento culturale, che non trova coerente riscontro nell’azione di governo del territorio.
Aspetti di partecipazione
Un intervento così impattante su un aspetto identitario del luogo deve passare attraverso un percorso partecipato, di informazione e discussione, in cui illustrare le eventuali urgenze e le possibili alternative. Purtroppo, non c’è stata partecipazione. Resta la documentata contestabilità sia dell’urgenza che della scelta delle palme.
Peggioramento della stabilità delle alberature
Le pinete sul litorale sono preesistenti all’urbanizzazione. Durante l’espansione dell’abitato sono state fatte scelte che hanno talora reso difficile la presenza dei pini vicino alle case e alle strade:
? la possibilità che i pini diventino instabili, oppure che le radici affiorino e creino quindi pericolo è legata al fatto che la falda diventi sempre più superficiale in seguito ad edificazione sulla costa. A tale riguardo, si allegano foto che attestano casi di affioramenti o ristagno idrico che provocano come conseguenza affioramento e indebolimento delle radici degli alberi. Le palificazioni costruite con il Piazzale città di Massa hanno sicuramente peggiorato la situazione preesistente.
? Tale fatto sarà accentuato da ulteriori edificazioni sulla costa, come previsto nel lotto 3 del Water Front, sul quale, come Grig, ci siamo pronunciati in senso fortemente contrario, in seguito alla partecipazione all’incontro pubblico del 10 luglio 2018 (percorso di ascolto interfaccia porto città) : “…chiediamo azioni che portino alla esclusione di qualsiasi edificazione nel lotto 3, che acuirebbe in modo tragico la già delicata situazione degli edifici realizzati sui viali (e anche nell’entroterra), che risentono della falda acquifera molto superficiale e sono costantemente allagati. Anche le pinete risentono della situazione esistente, con radici man mano più affioranti per evitare il contatto con l’acqua salmastra, che causa inevitabilmente l’instabilità dei fusti.”
? Anche l’impermeabilizzazione dei percorsi peggiora le condizioni di stabilità dei pini. Sono infatti possibili finiture permeabili (asfalto drenante, autobloccanti drenanti, prato rinforzato), che non sembrano prese in considerazione nel progetto. La ragione, non detta e forse indicibile, alla base della fermissima convinzione dell’amministrazione di eliminare le alberature sul viale Colombo, è da ritrovarsi presumibilmente nell’avvio dei lavori dei lotti 1 e 2 del Water Front che riguardano la viabilità di accesso al porto, tramite la rotatoria all’incrocio tra viale da Verrazzano e viale Zaccagna e l’adeguamento del viale Colombo nella parte confinante con il porto, che prevede il taglio dei pini e l’allargamento della sede stradale con spartitraffico; tale viabilità gravita tutta sul casello autostradale di Massa, che non può di certo essere l’unico sbocco stradale del porto, per cui dovrà essere prevista un’alternativa da Carrara, passante appunto dai viali Colombo e Galilei. E se la parte del Viale che rientra nel lotto 2 del water front prevede di sostituire i pini con i platani, non è forse lecito pensare che anche questo intervento, di cui non si vede né l’urgenza né l’opportunità, sia funzionale allo stesso progetto? Non siamo solo noi a non vedere l’urgenza e la priorità di questo intervento, rispetto, ad esempio, ad altri tratti di marciapiedi, ugualmente dissestati e spesso ancor più dissestati: è l’amministrazione stessa che mai ricorre alla parola urgenza e che non sa esplicitare valide motivazioni per tale decisione. La mancanza di una documentazione oggettiva dell’urgenza è stata sostituita, ad esempio, dal soggettivo e tautologico esercizio del potere: lo faccio perché ho deciso di farlo, così e ora. Ipse (assessore Raggi) dixit.