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Consulenza per partecipata, motivazioni restano segrete. Il sindaco: "È in corso un procedimento penale"

Barattini: "Riserbo incomprensibile". Vannucci: "Determina da ritirare, non è motivata e inficia l'affidamento diretto"

Si ritorna a parlare della determina n. 96 del 20 settembre 2017, con cui l’amministrazione di Carrara ha chiesto una consulenza legale da 15mila euro per una partecipata senza spiegarne la ragione. In merito alla riservatezza della determina è stata convocata la commissione special controllo e garanzia. Ieri sera in Consiglio Comunale Luca Barattini (PD), in qualità di presidente di tale commissione, si è rammaricato del riserbo tenuto dal sindaco a riguardo: “Chiediamo tutti i documenti, desideriamo essere messi in grado di comprendere cosa sta succedendo”.

Il sindaco Francesco De Pasquale ha replicato: “In seduta non mi sono stati chiesti i documenti, ma soggetti coinvoltio; sia nella mia lettera all’avvocatura che nella risposta di quest’ultima non abbiamo menzione della partecipata per motivi di privacy, dal momento che è in corso un procedimento penale”.

“Il procedimento va in capo a chi ha commesso il reato – ha osservato Barattini – se ci sono delle responsabilità penali sono sue; pertanto non comprendo questo riserbo”.

È intervenuto anche il consigliere Andrea Vannucci: “La cosa veramente anomale è che negli atti ci sia una determina non motivata. Chiedo al segretario una risposta scritta a questa domande: può esistere una determinazione senza motivazione? Invito il sindaco a farsi parte attiva affinché essa venga ritirata, inanzitutto perché un documenti simile non può trovare posto negli atti pubblici. Se c’è un’esigenza di segretezza si può al più tenerlo riserbato, non lasciarlo incompleto”.

“La determina accede alla facoltà di una procedura semplificata di affidamento, perfettamente legittima perché sotto soglia. Tuttavia, a giustificare l’accesso a tale pratica dovrebbe esservi una motivazione adeguata. L’atto inficia dunque il procedimento stesso dell’affidamento diretto: mi chiedo perché non sia stato ritirato, visto che recava persino il furmatario sbagliato (l’ex segretario Pietro Leoncini, che al momento della firma si trovava in ferie)”.

Il dirigente Cristiano Boldrini ha specificato che il documento accludeva comunque la sua firma digitale, restando pertanto valido, e aggiunto che la motivazione andrebbe desunta dalla lettera del sindaco all’avvocatura e dalla relativa replica.

“L’elemento motivazionale è che vi siano atti di sostegno – ha ribattuto Vannucci – ma sia la letter ache la replica non recano a loro volta alcuna motivazione. Pertanto le chiedo semplicemente: può un atto amministrativo con un impegno di spesa essere privo di motivazione?”