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Cave chiuse, i sindacati: «Garantire il sostegno economico ai lavoratori»

Il territorio unito sul caso dell'entrata in vigore dell'articolo 58 bis. Trivelli: «Abbiamo potenziato l’ufficio Marmo, trasferendo momentaneamente del personale da altri settori, e abbiamo chiesto di dare la massima priorità alle pratiche»

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Massimo impegno per stringere il più possibile i tempi per le pratiche necessarie alla ripresa delle attività e un pressing incessante su Regione e Governo per l’istituzione di un fondo a garanzia dei lavoratori delle cave interessate al 58 bis: sono questi i due cardini della strategia messa a punto dall’amministrazione comunale di Carrara per gestire la crisi innescata dall’entrata in vigore della norma transitoria per la sanzione dei fuori piano. La linea è stata illustrata ai sindacati confederali e le sigle di categoria, nel corso di una serie di incontri con i vertici dell’amministrazione.

«E’ necessario dare risposte in tempi rapidissimi per limitare al massimo il periodo di chiusura. Ed è indispensabile garantire ai lavoratori un salario anche nel periodo di fermo. Per questo coinvolgeremo i nostri referenti regionali per dare ancora più forza alle nostre istanze» hanno dichiarato Paolo Gozzani (Cgil) e Franco Borghini (Uil). Dalla Camera del Lavoro fanno sapere che Fillea ha messo a punto una ulteriore proposta, condivisa da tutta la Cgil.

«Condividiamo l’appello alla Regione per garantire un sostegno economico ai lavoratori delle cave oggetto di sospensione e al tempo stesso pensiamo come Cisl che si possa attingere anche alle risorse del Fondo Marmo, attuando le opportune modifiche statutarie dell’ente alla luce di una situazione così straordinaria» ha aggiunto Andrea Figaia di Cisl.

«Abbiamo potenziato l’ufficio Marmo, trasferendo momentaneamente del personale da altri settori, e abbiamo chiesto di dare la massima priorità alle pratiche del 58 bis: non è un caso che la conferenza dei servizi per la discussione del caso della Cooperativa di Lorano sia stata convocata appena 24 ore dopo la presentazione del progetto di messa in sicurezza. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma per stringere i tempi ci vuole la collaborazione di tutti, in primis quella delle aziende che devono presentare prima possibile i progetti» ha spiegato l’assessore al Marmo Alessandro Trivelli.

La norma transitoria, inserita nella legge regionale 35 all’articolo 58 bis, regolamenta fino al prossimo 5 giugno le sanzioni per le difformità dai piani di coltivazione e prevede lo stop all’attività fino all’approvazione del progetto e alla messa in sicurezza del sito. Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio Regionale a seguito di una lunga e delicata trattativa che ha avuto per protagonisti il Comune di Carrara, i sindacati e molte delle aziende raggiunte dai provvedimenti, incluse le cooperative. Secondo il parere rilasciato dall’Avvocatura regionale e sulla base dei provvedimenti previsti dalla legge 35, per le cave incappate nei fuori piano sarebbe scattata in automatico la chiusura definitiva. Come aveva dichiarato già a suo tempo lo stesso governatore Enrico Rossi quello dell’Avvocatura era stato “un parere tecnico, non condizionabile dalla politica da cui non ci si poteva discostare”, richiesto peraltro dai Carabinieri Forestali. «Noi abbiamo lavorato per scongiurare la chiusura delle cave e, in fase di stesura del 58 bis, abbiamo subito segnalato le criticità per i lavoratori. Tutelare l’occupazione era ed è la nostra priorità per questo sosteniamo la richiesta di istituire un fondo a garanzia dei salari» ha ribadito l’assessore al Marmo.

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